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Bellissima lettura
Come dev'essere il romanzo avvincente? Quello che ti conquista e che non ti fa dormire la notte perché sei ancora incagliata nelle sue pagine? Franzen probabilmente ha scoperto la ricetta perfetta in questo ultimo suo libro, "Crossroads". Tendenzialmente i libri che sono nella mia confort zone, passata una certa ora, difficilmente riesco a leggerli: mi addormento subito perché gli argomenti e la prosa sono troppo ingombranti per la mia spossatezza fisica e mentale della giornata. Ebbene con questo libro no! Dopo un inizio un po' difficoltoso e perplesso, in quanto il narratore presenta tutti i personaggi senza ben specificare i loro rapporti, il tutto prende il volo e si procede a passo spedito diritto alle ultime battute, il lettore viene completamente risucchiato dalla realtà di New Prospect! Personaggi disturbati, folli, egoisti, pieni di sensi di colpa, di sogni infranti, di ossessioni. Insicurezze, tradimenti, ritrovamenti, praticamente sarà difficile affezionarsi a qualche personaggio in quanto tutti negativi (tranne forse Becky che è la mia preferita) ma ci si affeziona alla storia. Prima l'ho chiamato "romanzo avvincente": sono dell'opinione che questo sia un grande libro di intrattenimento prima ancora di qualsiasi altra cosa, intrattiene perché si parla principalmente delle dinamiche familiari e dei conflitti tra genitori e figli, tra fratelli o tra coniugi, contesti ben noti a noi e nei quali viviamo e ci incuriosiscono! Inoltre è scritto bene, una prosa naturalissima che scorre fluida ed è carica della tensione dei personaggi con dei dialoghi molto ben intrecciati, astuti, ironici, dove non c'è una parola in più o in meno, non c'è nulla di superfluo in questo testo. Non ci sono frammenti di pura introspezione, o frasi sulla vita o sull'essere umano che tanto ci piace sottolineare o annottare, non si giudicano le situazioni o i personaggi, il lettore può ricavare la tara morale della vicenda in completa libertà, l'autore lo aiuta poco in questo senso ma ciò che metterà tutti d'accordo è la forza narrante.
L'altro libro di Franzen che ho letto è stato "Le Correzioni", che mi era piaciuto abbastanza, ma non tanto quanto "Crossroads" in cui trovo una penna migliorata, ben stabile, coerente e che segue la sua traiettoria senza la minima deviazione e sicuramente desidero leggere il secondo volume di questa trilogia, quando verrà pubblicato!
Con la premessa che ho amato il libro e che trovo il lavoro di Franzen davvero ragguardevole nel panorama letterario odierno, dirò quello che non mi ha convinta - giusto per controbilanciare un po' l'entusiastica opinione! A mio parere il tema della religione è stata elaborata con il ricorso a parecchi luoghi comuni e laddové prendeva una piega diversa - vedi in Perry - il discorso su "io sono Dio" mi ha fatto un tantino Dostoevskij e quello sulla "bontà verso tutti" un tantino Tolstoj, quindi nel complesso non ho trovato uno punto di vista nuovo e originale e nemmeno una necessità intima dell'autore nel esprimere la sua idea al riguardo. Secondo: si è impegnato davvero con la storia sulla dipendenza da droghe ma dopo che si è letto "Infinit Jest" di Wallace ciò che aggiunge lui pare solo una brutta copia. Inoltre ho avvertito sottili piccoli rimandi ad altre opere - per esempio a "I formidabili Frank" per quanto riguarda il rapporto tra la zia Shirley e Becky. Davvero un ottimo autore, tiene con il fiato sospeso senza essere banale ma non considero il libro un capolavoro in senso compiuto in quanto mi manca ancora in Franzen quel spessore di profondità che va al di là delle situazioni e delle azioni e che catapulta il lettore non più a New Prospect o nella vita dei personaggi ma nei meandri più reconditi dell'anima e della mente dell'autore che sono anche quelli dell'uomo in generale.
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