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Me oi
"Me oi"
Grida la bambina, quando quell’uomo colpisce la donna ripetutamente, mentre si accascia a terra ormai stremata dalla fame. Era solo una pannocchia, qualche chicco di grano per sua figlia, il puntino giallo di un sole per la sopravvivenza.
“Me oi”
Chiama la bambina, risvegliandosi esausta nella foresta, legata a un albero con corde strette ai polsi. Poi in un angolo la vede, i lunghi capelli neri adagiati sul corpo inerme.
Me oi è una parola bellissima in vietnamita, vuole dire Mamma.
Da generazioni di madri è avvinto questo libro, saga di donne coraggiose, coriacee, aggrappate alla vita per amore dei figli e della famiglia.
Una nonna racconta alla nipote le vicende che nei decenni colpirono i loro antenati, nel Vietnam martoriato dal nemico straniero e da guerre intestine.
Il Novecento, un secolo che mise a dura prova la popolazione con la grande carestia del 1945. Le succedette poi la riforma agraria, con le violenze e le ingiustizie perpetrate nei confronti dei proprietari terrieri e dei commercianti. La terribile guerra contro gli americani del napalm e dell’agente arancio, quindi il violento conflitto fratricida tra nord e sud.
La scrittura è semplice ed asciutta, priva di eleganza e virtuosismi. Di primo impatto valutata acerba poi, però, procedendo nella lettura che scorre fluidamente nonostante l’intreccio temporale, ho rivalutato il libro nella sua interezza. I contenuti sono talmente forti e toccanti che la penna spoglia da fragile diviene delicata e timidamente poetica. Frasi in lingua originale e proverbi della tradizione popolare animano le pagine. I luoghi emergono copiosi, raccontandoci di usi e costumi.
Non c’è volontà di stupire con le parole – nell’amore o nell’orrore – ma eloquenti sono il flusso storico degli eventi e le vicende delle genti vietnamite. Dal microcosmo di un nucleo familiare si dischiude la prospettiva ampissima di una nazione intera.
Un libro complessivamente potente, in cui anche le frasi più essenziali -su cui siamo soliti scorrere senza interesse- sanno essere evocative, se ci fermiamo ad ascoltare con attenzione il loro significato:
“Piangemmo e ridemmo. Poi ridemmo e piangemmo.”
Mentre, finalmente, potevo abbracciare di nuovo mia madre.
Me oi.
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