Dettagli Recensione
ROMANZO FRAMMENTARIO
L’inizio del romanzo appare interessante: un evento drammatico che si chiude, o meglio, si socchiude, lasciando uno spiraglio oltre il quale si intravedono un non detto (i messaggi in segreteria telefonica) e un non risolto (una chiave sul fondo di un vaso). Al giovane Oskar, il compito di far luce.
Un materiale ricco di potenzialità che purtroppo Safran Foer disperde, vagando attorno a dialoghi fatui e a una seconda, improbabile, storia familiare.
Lo sviluppo della trama diventa così farraginoso e confusionario e al lettore viene molto più facile distrarsi che concentrarsi.
Giunti sul finale, le storie si ricongiungono e i misteri si dipanano, ma avendo questi perso ritmo e corposità, arrivano in fondo scarichi, propinando facili soluzioni che tradiscono la fragilità di una trama ambiziosa nelle premesse, ma altrettanto sbrigativa nelle conclusioni.
Adolescenziale e frammentaria, infine, la prosa: è tutto un “lui disse”, “lei disse”, “perché no?”, “perché no, cosa?”, elocuzioni queste che oltre ad affaticare e nevrotizzare la lettura, privano i personaggi di empatia e la storia di fluidità.
In definitiva, un libro che non ho apprezzato.
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Commenti
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Una volta ero interessato all'autore, però dopo tante stroncature lette comincio a pensare che sia uno scrittore trascurabile, anzi... evitabile.