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Anni '20
Anni ’20. Anni di superficialità, anni di “perdizioni” e di “ritrovamenti”, anni di una società benestante cieca e di una storia d’amore che chiede di essere vissuta. Isabelle, protagonista indiscussa, giunge in Francia a seguito della morte del marito Roy. Cerca un nuovo inizio, cerca una ripartenza che le consenta di tornare a vivere dopo la perdita. Isabelle è anche una donna benestante e come molti vive nelle ricchezze e nello sfarzo. Questo è senza dubbio il secondo aspetto che caratterizza l’opera della West che sullo sfondo, ma in realtà molto più in primo piano di quanto si pensi, mette in luce proprio questi sfarzi e queste opulenze del primo ventennio del Novecento.
La nostra eroina è anche una donna di grande eleganza e bellezza, una donna che stringe un’amicizia intima con André e che non è parca di conoscenze e amicizie nel ramo. Isabelle è figlia di quegli anni tanto che nel tentativo di liberarsi di una relazione amorosa che le sembra invadente e pressante, finisce con lo sposare quasi per capriccio un altro uomo: Marc Sallafranque, un industriale di origine ebrea dai lauti patrimoni ma non altrettanto bello e attraente.
Da qui ha inizio la storia della coppia che si sposta nel Sud della Francia dove vive tra le tentazioni di lui un tempo dedito al gioco d’azzardo e un susseguirsi di vicende che portano la moglie a rivivere le ragioni di quella scelta alla fine solo apparentemente avventata. Il lettore è condotto tra le maglie di questo scoprire, è coinvolto in questo aspetto di conoscenza e introspezione che lo accompagna pagina dopo pagina.
La lettura, tuttavia, nonostante gli intenti, in alcuni punti fatica a decollare, a conquistare e a lasciar coinvolgere nella sua interezza. Interessante l’aspetto relativo al focus sulla società, piacevole l’introspezione relativa ai personaggi principali e alla loro costante ricerca della felicità. Non è solo una storia d’amore in quanto sono proprio i protagonisti che portano chi legge a riflettere sulle futilità che talvolta fanno parte del nostro vivere. Da qui varie e molteplici considerazioni sulle superficialità e su quella che era la società degli anni ’20. Aspetto questo, sicuramente di maggior pregio e valore dell’intero scritto.
“Naturalmente ho scelto Marc perché è la persona che mi sta più vicina. Ho dato sfogo senza freni al mio istinto perché essendo ricca non ho mai saputo controllarmi. E l’ho offeso terribilmente, dando credito agli estranei, minando lo scopo stesso del matrimonio e tradendo la fiducia su cui esso dovrebbe fondarsi.”
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