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Aria
 
Aria 2021-10-23 16:46:30 archeomari
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
archeomari Opinione inserita da archeomari    23 Ottobre, 2021
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Una storia dall’Iran

“Figlia mia, ci sono un sacco di cose che devi ancora imparare riguardo a questo Paese e al suo popolo. Ha settemila anni, forse anche di più. Quando qualcosa arriva a una simile età comincia inevitabilmente a incrinarsi. Comincia a marcire. L’albero più vecchio è il primo a prendere fuoco”.

“Aria” è il romanzo di esordio della scrittrice iraniana trapiantata in Canada, Nazanine Hozar, e narra la storia di Aria, una bambina abbandonata alla nascita e cresciuta da ben due madri adottive in momenti diversi.
Potrebbe rientrare per certi aspetti, ma non per altri, nel romanzo di formazione così come potrebbe rientrare anche nel romanzo storico, ma non a pieno titolo.
Aria vive nel pieno della rivoluzione Khomeinista e la sua storia personale, si intreccia strettamente con quella dell’Iran dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Raccolta in fasce in una notte d’inverno, tra i cumuli di immondizia e gli alberi di gelso in fiore, da quello che diventerà il suo Bobo (il suo papà), Behruz, vivrà una infanzia di abbandono e di degrado, trascurata da Zahra, moglie di Bobo, che non riesce ad affezionarsi a lei. Zahra è una iraniana malvista dalla gente di Teheran sud, perché ama vestire all’occidentale, ama truccarsi, girare per le strade senza velo e coi tacchi, però non ama né il marito né la bambina che questi ha raccolto per strada. Zahra rimarrà per tutto il romanzo una figura enigmatica, forse la più interessante, una madre degenere, paradossale, tesa tra la superstizione e il desiderio di cambiamento, che sparirà nella prima parte del romanzo per lasciare il posto ad altri personaggi.

Aria: questo è il nome che Behruz aveva dato alla bambina, perché amava la canzoni e la musica classica.

“Ti chiamerò Aria, come tutti i dolori del mondo e tutti gli amori del mondo (…) Sarà come se tu non fossi mai stata abbandonata. E quando aprirai la bocca per parlare, tutto il mondo ti conoscerà”.

Gli amici più cari di Aria saranno Kamram, il bambino dal labbro leporino che vedeva la piccola Aria lasciata sola sul balcone tutto il giorno, picchiata e maltrattata da Zahra, e poi, nell’adolescenza Mitra e Hamlet. Si tratta di una lunga storia che ci immerge nelle atmosfere dei bazar:

“…venditori di tappeti, di noccioline e di gioielli; aleggiava l’aroma del fegato bollente, tagliato a pezzetti e infilzato su sottili spiedini di metallo che la gente addentava”

Ci introduce e ci fa addentrare nel cambiamento che l’Iran sta vivendo:

“Erano sparite le foto dello scià. Non c’era neanche una bottega che ne esponesse il ritratto. Scelse un vicolo a caso e comincio a percorrerlo lasciandosi portare dalla folla, sbirciando dentro le botteghe. Non si vedeva da nessuna parte l’immagine dello scià. Ma quello che ne aveva preso il posto lo lasciò stupefatto. In ogni negozio era esposta una foto incorniciata di un vecchio mullah, un uomo che Ramin riconobbe e il cui ricordo risaliva ai tempi lontani in cui era stato messo in prigione. Era lo stesso mullah che aveva fomentato una protesta ed era stata mandato in esilio”.

Si tratta di Khomeini, ormai osannato per le strade di Teheran e non solo, che da Parigi era riuscito, tramite una fitta rete collaboratori, a far diffondere i suoi messaggi per una rivoluzione culturale e politica in Iran. Insieme ai suoi messaggi il Paese conosceva la musica e i divi americani.

Il romanzo è diviso in quattro parti, ognuna prende il nome di una donna : Zahra, Fereshteh, che si prenderà cura di Aria, Mehri, che è la madre biologica della protagonista e poi Aria.
Si apre e si chiude col rosso, come un anello: il rosso del sangue del parto di Mehri e il rosso, colore della passione “Amore. Furore. Cuore. Sangue. Abbi sangue, abbi cuore. Non scomparire mai” le dirà Yaghut, la pazza della città, che inviterà Aria a chiamare la sua bambina Ghermez. Rosso rubino.

L’opera è vasta e contiene molte tematiche: l’amore, l’amicizia, l’abbandono, la violenza, il rapporto e il contrasto tra zoroastrismo, Islam ed ebraismo, la questione femminile, spie e sospetti. Senza contare che i personaggi che ruotano attorno ad Aria sono ben caratterizzati e interessanti. La narrazione è in larga parte lineare, senza piani temporali che si sovrappongono. Ottima scelta stilistica tenendo conto della corposità della storia.
Per essere un esordio va riconosciuto alla scrittrice il merito di aver tenuto sotto controllo una materia multiforme e varia, anche se in qualche punto il romanzo risulta essere dispersivo. Ho trovato un po’ frettolosa la parte finale, quella dedicata agli episodi di guerriglia nei mesi della rivoluzione islamica,che probabilmente sono stati rappresentati in maniera molto più soft di come i sopravvissuti la ricordino.

“Assassinavano le persone per paura? -chiese Mitra.
“C’è mai altra ragione oltre questa? “

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Commenti

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Ciao Marianna, che piacere rileggerti! Pare un libro senza infame e senza lode ... passo, complice anche il fatto che la letteratura iraniana e dei paesi vicini non è di mio interesse.
Molto interessante, Marianna! Un'ambientazione che attira la mia curiosità! :)
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