Dettagli Recensione
Bellissimo
Romanzo che narra della prima guerra mondiale da una prospettiva originale: quella di un impero (Austro-Ungarico) che si dissolve e le conseguenze sulla borghesia e le altre classi sociali.
Joseph Trotta è un nobile sfaccendato che all'approssimarsi della guerra percepisce che qualcosa sta per cambiare radicalmente salvo non avere le forze e le competenze per indirizzare diversamente il cambiamento. In primo luogo Joseph sa che la borghesia viennese è parecchio pigra e sfaccendata quindi assolutamente inadatta alla guerra.
Joseph si sposa prima della partenza per il fronte come moltissimi altri giovani quasi a voler creare un legame che la guerra potrebbe rendere altrimenti irrealizzabile.
Prima di partire per il fronte si fa assegnare ad una compagnia diversa dalla propria per partire al seguito di un cugino e un amico ebreo carrettiere di umili origini , tra le truppe sono palesi l'inadeguatezza e la confusione alle alte sfere, i tre verranno fatti prigionieri e poi fatti fuggire da un carceriere benevolo ma finiranno per mettersi nei guai e trovarsi costretti a riconsegnarsi ai russi.
Ma lo svolgimento della guerra è trattato di riflesso, il cuore del libro è la situazione che il protagonista trova al rientro in patria al termine del conflitto : l'impero è ormai in rovina, i vecchi nobili senza arte nè parte vagabondano per la città ormai impoveriti di privilegi, usi, costumi e denaro.
Joseph trova la moglie imbarcata in una improbabile impresa commerciale con il suocero, una enigmatica donna con cui probabilmente ha una relazione e un intrallazzatore da strapazzo.
Il ragazzo, incapace di dare una nuova dimensione alla sua vita, si lascia trascinare in questa nefasta impresa ipotecando la casa di famiglia dove ancora dimora la vecchia madre che silenziosamente
accetta i cambiamenti imposti dal nuovo stato di cose e finisce per aprire le stanze della magione come camere per ospiti, che saranno niente meno che i suoi amici borghesi ormai in rovina
a ricreare un microcosmo di legami e amicizie che assistono impotenti al dissolversi di un'epoca.
La moglie, al contrario, fallita l'impresa artistica decide di voler intraprendere la carriera cinematografica e lascia Vienna e Joseph che una sera, all'avvenuta dichiarazione della presa del potere da parte della Germania nazista si ritrova solo e sconsolato a vagare per una Vienna crepuscolare cercando rifugio e conforto presso la Cripta dei Cappuccini dove riposa il "suo" imperatore Francesco Giuseppe I antico sovrano di un impero ormai perduto.
Ritmo compassato e linguaggio tipico di un libro scritto 80 anni fa, ma splendida descrizione del dissolversi di un impero non attraverso il crollo di edifici e muri ma tramite la perdita di punti di riferimento di consuetudini, modi di vivere e la povertà di mezzi e di valori.
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