Dettagli Recensione
innovativo e creativo
“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon, pubblicato da Einaudi nel 2004: devo dire però che mi ero fatta un’idea abbastanza diversa rispetto a quello che mi sono trovata davanti. Sia nel titolo che in alcune recensioni che avevo precedentemente letto veniva più volte rimarcato il concetto di “giallo” … Ma del giallo questo romanzo ha veramente poco. Considerato l’incipit del libro sia su una macabra scoperta: il corpo di Wellington, il cane dei vicini, inchiodato al terreno con un forcone; mi aspettavo un libro intero di indagine per scoprire chi fosse l’assassino del povero cane barbone della signora Shear. È vero, i primi capitoli infatti trattavano di questo, ma non era la classica indagine da libro poliziesco con indizi e persone da interrogare, qui di diverso c’era il narratore: Christopher John Francis Boone. Lui è un ragazzo quindicenne affetto dalla sindrome di Asperger che la spiega nel suo modo, che mette alquanta curiosità: ci fa capire profondamente come un ragazzo autistico come lui in realtà sia un genio incredibile. Ci mostra la sua dedizione per la matematica, la sua curiosità per le materie scientifiche anche nella vita quotidiana.
Il romanzo è organizzato alternando sempre un capitolo di narrazione della vita del protagonista dopo la morte di Wellington e della sua avventura successiva, con curiosità del narratore e del libro, tipo con descrizioni che non era riuscito ad inserire nel capitolo narrativo. Anche grazie a queste curiosità si riesce a capire della sindrome di cui soffre: è un vero genio ma ha anche delle cose che per la sua vita sono essenziali e noi potremo giudicare strane. Per esempio “Io non racconto mai bugie. … Una bugia vuol dire raccontare che è successa una cosa e invece non è vero. Soltanto una cosa può avvenire in un determinato momento e in un determinato luogo. E ci sono un’infinità di cose che non sono successe in quel determinato momento e in quel determinato luogo” pagina 26 e ancora “Il signor Jeavons, lo psicologo della scuola, una volta mi chiese perché 4 auto rosse in fila all’altra indicavano una Bella Giornata, 3 auto rosse una Giornata Così Così, e 5 auto rosse una Giornata Straordinaria, mentre 4 auto gialle una Giornata Nera, ovvero una di quelle giornate in cui non parlo con nessuno e me ne sto seduto per conto mio a leggere, non tocco cibo e non affronto rischi.” Pagina 33. Sinceramente sono proprio queste curiosità che hanno reso il libro più interessante; è entusiasmante leggere di un avvenimento curioso già da sé, con un punto di vista così innovativo e creativo.
Un’altra caratteristica speciale di questo libro è che è pieno di problemi matematici introdotti nella narrazione normale. A me piace molto la matematica e perciò è stato molto bello ogni tanto fermare la lettura per provare a risolverli senza l’aiuto di Christopher, anche se con scarzi risultati.
Devo dire però che questo romanzo mi ha lasciato il segno, ho imparato com’è vedere il mondo da occhi diversi rispetto a quelli con qui si osserva di solito. È successa una cosa simile anche per i capitolo di Simone in Almost Blue: semplicemente affascinante.