Dettagli Recensione
Una sete atavica
A esser protagonista di queste pagine è Gesù insieme ai suoi pensieri sulle sue ultime ore di vita.
È un viaggio introspettivo quello che ha inizio. Un viaggio che osserva, che si sorprende, che scuote e che porta a riscoprire tematiche tautologiche non indifferenti. Ci interroghiamo, ancora, su quei dogmi che appartengono alle divinità, osserviamo al contempo un Gesù umanizzato che si sorprende e quasi condanna dell’aver accettato il disegno divino del Padre.
Non mancano poi riferimenti ad altri personaggi della religione nonché ai miracoli.
“Ci sono uomini che pensano di non essere dei mistici. Sbagliano. Basta essere stati sul punto di morire di sete, anche solo per un attimo, per avere pieno diritto a questo appellativo. L’istante ineffabile in cui l’assetato porta alle labbra un bicchiere d’acqua è Dio.”
“Sete” è un romanzo che divide. O si ama, o si odia. Primariamente occorre amare la prosa della narratrice ma anche essere interessati alle sue tematiche e in particolare all’aspetto della religione che ella tratta e affronta sempre con molto scrupolo e cura.
Viceversa, in assenza o mancanza di queste componenti, il titolo non potrà arrivare al lettore in tutta la sua interezza rischiando, oltretutto, di annoiare o perdere di interesse e forza.
Come sempre il tutto in sole 108 pagine. Buona lettura!