Dettagli Recensione
Èpicène
Protagonista di queste pagine è Claude, un giovane di venticinque anni che è follemente e perdutamente innamorato della sua Reine. Ma cosa accadrebbe se un giorno come un altro il castello d’amore venisse a disintegrarsi? È quello che accade all’uomo che apprende della notizia del fatto che la sua amata sta per sposarsi con un uomo che è il vicepresidente di una grande società di elettronica, che la porterà a vivere in quel della capitale francese e che le assicurerà una vita forse mediocre ma da benestante. Questa la scelta irrevocabile della (ex) compagna.
Da questi assunti prende campo il romanzo di Amélie Nothomb, opera che gioca sulla falsa riga dei nomi, appunto epiceni, ma che al contempo si interroga sulla vendetta, la collera e il dolore. Conosciamo gli aspetti più crudi e duri dell’animo umano, entriamo nella mente del tradito e assistiamo al suo restare sopraffatto da queste emozioni abiette e meschine. Come spesso accade, ovviamente, a farne le sorti sarà una terza persona, in questo caso Dominique, e in particolare la figlia, Èpicène.
Ancora una volta la romanziera non si risparmia e si interroga e ci interroga su quesiti affatto semplici o di facile analisi. Il risultato è quello di uno scritto che fa storcere il naso, che fa riflettere e che offre una diversa prospettiva sui legami della famiglia e sull’amore.