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Tre. Tre vite. Tre volti
Dopo “Cambiare l’acqua ai fiori” e “Il quaderno dell’amore perduto” Valérie Perrin torna in libreria con “Tre”, un titolo brevissimo se considerate le seicento pagine che conta lo scritto, e di grande significato dal punto di vista dello sviluppo narrativo, ma che al suo interno racchiude l’intera essenza dello stesso.
Tradotto da Alberto Bracci per Edizioni E/O, “Tre” ci conduce tra le sue pagine per mezzo della voce di tre protagonisti e per un lasso temporale che va dal 1986/7, quando i tre ragazzi Etienne, Adrien e Nina si conoscono all’età di dieci anni, sino al dicembre del 2018. L’opera a firma Perrin appare sin dalle prime pagine quale un romanzo circolare e cioè atto, tra i suoi salti temporali tra presente e passato, a ricostruire un unico disegno più grande con un inizio e una fine che consegue, congiunge e si ricollega al punto di partenza.
I personaggi che vengono descritti tra queste pagine sono eroi come tutti noi, giovani uomini e donne con le loro fragilità, le loro paure, le loro debolezze e quel bisogno intrinseco di crescere. La vita li sottoporrà a tante e dolorose prove, in alcuni casi anche drammatiche, e loro non potranno far altro che sperare di poter andare avanti guardando al futuro.
Siamo a Le Comelle, una piccola realtà nel dipartimento di Saona e Loira, al centro di quella che è la Francia continentale. Qui vive Etienne Beaulieu tra agi e ricchezza grazie a una famiglia benestante composta dalla madre Marie Laure, il padre Marc e la sorella minore Louise. E se Etienne è il fascinoso giovane ricco e consapevole di ciò, Adrien Bobin è un timido e studioso giovane uomo che vive con la madre Josephine abbandonata dal compagno nonché padre del ragazzo e che ora vive nella capitale con nuovi figli e una nuova moglie. La sua presenza nella vita del protagonista si limita a sporadiche apparizioni.
Nina con la sua pelle ambrata e gli occhi scuri ha un temperamento artistico ma anche dedizione e bravura nello studio. Abita con il nonno, non ha mai conosciuto il padre, la madre Marion l’ha abbandonata appena nata e conosce soltanto l’amore infinito di Pierre Beau, il postino del luogo.
Tre volti tra loro diversissimi ma che eppure sono legati da una amicizia indissolubile che li rende inseparabili tanto da condividere tutto; dalla scuola alla vita sociale. Passano gli anni, Etienne è amatissimo dalle ragazze, Adrien scrive e si trasferisce a Parigi dove porta a termine il suo progetto e il suo sogno di romanzo che riscuoterà grande successo ma che verrà pubblicato sotto pseudonimo e infine Nina, che ormai sola al mondo a causa della morte del nonno in un incidente dai contorni strani, decide di sposare il ricco Emmanuel Damamme. Egli è innamoratissimo della ragazza ma ne è anche estremamente geloso e possessivo. Sarà questo un amore tossico seppur travestito di perfezione.
Ed è appunto anche di amore che si parla in queste pagine. Un amore dannoso come quello di Nina, un amore puro come quello di Adrien, un amore frivolo ma anche fatto di non detti, quello di Etiénne. Non mancano poi forme di amore quali quello genitoriale, quello verso chi è emarginato, amore come forma di cura, amore per gli animali abbandonati, vero l’arte, verso la propria professione, verso tutto quel che può esserne destinatario.
E non manca nemmeno il mistero: perché i tre ragazzi non si vedono e non si parlano da quattordici anni? E chi narra davvero la storia? Chi è la voce portante? Chi è Virginie con i suoi capelli a caschetto e con qualche filo bianco? Cosa succede nel 2003, anno della frattura della loro relazione? E cosa è successo a Clotilde Marais, ragazza popolare che aveva una relazione con Etiénne e che scompare misteriosamente nel 1994 per poi essere rinvenuta priva di vita e ormai in decomposizione nel 2017 a bordo di un’automobile che giaceva sul fondo del lago nei pressi di La Comelle? Etiénne, che adesso fa parte delle forze dell’ordine e vi lavora, sarà colui che dovrà prima di tutto fare i conti con quella pagina del passato che ancora oggi è in grado di metterlo in crisi.
Tante, ancora, le problematiche trattate dall’autrice tra queste pagine. Un libro che parla di radici, di radici famigliari perse e ritrovate, di abbandono dei genitori, di legami affettivi, di malattia, di sessualità, di pulsioni, di violenza sulle donne, di identità di genere, di difficoltà ad affrontare le pulsioni legate alla sessualità, alla vita, al vivere e all’esito finale della vita, alla morte.
La grande bravura dell’autrice risiede nel riuscire a trattare tematiche importanti con grande sensibilità, ben mixandole con personaggi vividi e una mole corposa, rendendole vivide e cristalline nella mente dei lettori, lasciandole giungere con una vena di leggerezza che conduce e appassiona ma che mai cade nello scontato o ne appiattisce la sostanza. “Tre” è un titolo che si legge con rapidità, che solletica il cuore, che trattiene, che emoziona e che commuove. Un libro che conferma le capacità narrative della scrittrice e che non deluderà le aspettative di chi ha amato i suoi scritti. Ancora è un elaborato che può convincere anche chi, al contrario, non ha amato “Cambiare l’acqua ai fiori” perché più stratificato, più maturo per temi e trattazione, più completo. Buona lettura!