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AA
«Sì. Deve essere andata così. Si erano persi. E forse solo adesso, per puro caso, si sono ritrovati.»
Klara non è una semplice AA, non è una semplice Amica Artificiale appartenente alla categoria dei B2, un robot umanoide ad alimentazione solare: Klara è un modello fuori dal comune, un modello robotico di grande sensibilità, con una voce fuori dal collettivo, con un occhio capace di osservare i dettagli più celati, con un orecchio capace di ascoltare davvero, con una anima di una dolcezza e delicatezza ineguagliabili. Ecco perché tra tutti viene scelta da Josie, quattordicenne reduce dagli effetti di un potenziamento andato male, che con lei inizia un nuovo percorso di vita. Klara sente di appartenere alla sua piccola umana, a quella ragazzina vivace; eppure, malata che mantiene la sua promessa, che ha un amico con cui condivide un progetto segreto, Rick, e una sorella perduta per sempre, Sal. Klara, una volta a casa e lontana dalla Direttrice del negozio in cui era esposta con gli altri amici AA quali Rosa e Rex, cerca di adattarsi alle direttive della fredda madre che sempre la mette alla prova e della domestica Melania che la tratta al pari di una aspirapolvere. Klara è curiosa, osserva il mondo che la circonda esattamente come lo osservava fuori dal negozio in cui si trovava prima di essere scelta. Klara è devota alla sua adolescente umana ma anche al Sole e al suo prezioso nutrimento. Quest’ultimo è vissuto quasi come se fosse un Dio e per questo è venerato e simbolo di grazia e generosità. Ma quale futuro è riservato a Klara? Quali saranno le sorti di Josie?
«Non solo avevo imparato che i “i cambiamenti” facevano parte di Josie e che dovevo essere preparata ad accettarli, ma avevo anche cominciato a capire che quel tratto non riguardava soltanto Josie; che la gente sentiva il bisogno di predisporre un aspetto di sé da mostrare ai passanti – come avrebbe fatto nella vetrina di un negozio – e che non era il caso di prendere troppo sul serio quel lato esibito, una volta passato il momento.»
Kazuo Ishiguro torna in libreria con un titolo che scuote e conquista, che invita alla riflessione e che non manca di solleticare le corde più intime del lettore. Sin dalle prime battute viene spontaneo e naturale riconoscere in “Klara e il Sole” retaggi di “Io robot” di Isaac Asimov e in particolare del racconto ivi contenuto intitolato “Robbie” (primo scritto dello scrittore sui robot classe 1940, edito in Italia nel 1963 e ripubblicato in successive antologie con il titolo “Uno strano compagno di giochi” a partire dal 1980). Kazuo Ishiguro nella sua opera crea e dà vita a un personaggio cristallino e puro, un personaggio che parla una luce propria e che si fa amare per questo. Klara è una personalità che spicca per empatia e magnetismo, che coinvolge con il suo sguardo genuino e autentico, per la sua devozione e la sua paura di essere di troppo o di non essere abbastanza nel suo cercare di aiutare la sua giovane umana. Al contempo, Ishiguro, non manca di interrogarsi su tematiche canoniche al filone distopico/fantascientifico e che toccano concetti quali esistenza, umanità, giustizia, moralità, anima, cuore, sentimenti ed emozioni. Si interroga su quel che gli AA provano, su quel che celano al loro interno, non manca di destinarci di una forma di razzismo al contrario quando questi vengono paragonati a meri elettrodomestici buoni soltanto ad esercitare la loro funzione precostituita per poi essere riposti in un angolo, non manca di offrirci una prospettiva a trecentosessanta gradi su un mondo in continua evoluzione e non così lontano da quello che oggi conosciamo. E non mancano, ancora, tematiche etiche e di filosofia morale. È giusto potenziare i bambini affinché abbiano “possibilità” in più? È giusto sottoporli a un rischio tale quale quello di una modifica genetica per consentire loro di raggiungere obiettivi “più alti”? O forse è solo un mero egoistico desiderio di incontentabili genitori? Ed è giusta quella sorte destinata agli AA ormai divenuti obsoleti e inutili?
Tante le domande che popolano queste pagine e che ci trattengono in loro. Ishiguro non delude le aspettative, torna ai suoi albori e mantiene alta l’asticella per i suoi lettori affezionati e novizi. Lo scritto si lascia gustare battuta dopo battuta anche grazie a una penna precisa e accattivante che conduce per mano per mezzo di un ritmo narrativo per cadenzato che mai rallenta o accelera mantenendo una sua naturale costanza e scorrevolezza.
“Klara e il Sole” ti entra dentro, scalda il cuore e resta.
«Tu credi al cuore umano? Non intendo semplicemente l’organo, è ovvio. Parlo in senso poetico. Il cuore umano. Tu credi che esista? Qualcosa che rende ciascuno di noi unico e straordinario? E mettiamo che esista. Se è così, non credi che per imparare Josie davvero non dovresti studiare soltanto i suoi modi ma anche quello che sta dentro di lei profondamente? Non dovresti imparare il suo cuore?»
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Benché io ami molto la scrittura di Isiguro, al momento non l'ho letto e sono 'in forse' : la storia narrata non m'interessa, ma su di me ha parecchia presa lo stile, per cui diciamo che ...attendo.