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La cura
Ricordo di aver letto un articolo tempo fa che riguardava una associazione che si occupava di curare i reduci di guerra e in particolare le vittime di tortura, lo faceva in maniera del tutto particolare: insegnava loro a restaurare mobili. Il responsabile della struttura, uno psicanalista, raccontava quanto il riportare una superficie danneggiata, ad una condizione liscia e compatta, ha, in qualche modo, effetto levigante sulle cicatrici del corpo. Quel ripassare, levigare, lucidare, guarisce quindi. Ed è un po’ questo che fa il protagonista della storia, lo fa prima senza rendersene conto, nel paese dove approda con intenti ben diversi, un paese altrettanto ferito, dove i personaggi che incontra, altrettanto bisognosi di cura, essi stessi ne traggono vantaggio e forza È un romanzo sulle relazioni, sulla difficoltà di stringerle ma allo stesso stesso tempo sulla ineluttabilità dello stringerle quelle relazioni. La scrittrice si cala nel personaggio maschile con grande abilità, ma è costante la percezione che le donne, con la loro attitudine alla cura, trovino più facilmente la strada della guarigione. Nell’ultima pagina una citazione : “la donna è il futuro dell’uomo “ ne conferma la mia intuizione .
Romanzo profondo, scritto con semplicità e dolcezza che ci invita a portare con noi ovunque andiamo la nostra “cassetta degli attrezzi”. Altrimenti siamo perduti.
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