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«L’uomo si chiese come facesse quella gente ad andare avanti, come si potesse sottrarre tanto alla vita – il calore, la compagnia, la cultura, addirittura la luce – e vederla, malgrado tutto, resistere.»
Un uomo e una donna. Un viaggio in un luogo desolato, privo di confini, contorni, privo di orizzonti. Un luogo che sembra disperso nel tempo, un luogo che sembra dimenticato dal mondo. È qui che sono diretti. Stentano quasi a credere di essere arrivati quando il treno si ferma. Eppure la loro destinazione è quella, i lunghi giorni di viaggio li hanno condotti lì, all’estremo nord, alla ricerca di quel bambino da adottare sugello del proprio desiderio di genitorialità a maggior ragione ora che ella sta morendo e quello è l’unico desiderio che ancora la tiene in vita: lasciare lui con un ricordo di lei e un nuovo futuro da scrivere partendo da quel che è stato il passato. Riuscirà la coppia ad adottare il bimbo? Cosa accadrà davvero in questo tempo atemporale che li vedrà protagonisti in queste pagine dense di significato?
«Non è successo. Spesso le persone pensano che sia successo qualcosa quando non è successo niente. Lo desiderano tanto che il corpo si inganna da solo.»
Perché Peter Cameron propone ai suoi lettori uno scritto intriso di magnetismo e capace di suscitare emozioni e soprattutto riflessioni con semplicità e rapidità. Tra queste pagine sono contenuti sentimenti, contraddizioni, omosessualità, egoismi, relazioni, amore, fragilità, perdita, separazione, dolore, speranza per un domani che non è scritto insieme, desiderio di rinascita ma anche di comprensione, desiderio di possibilità. È un titolo delicato che scuote e che lascia il segno, che trascina chiedendo di essere letto un poco alla volta ma soprattutto è uno scritto che trasporta completamente al suo interno anche e soprattutto grazie alle ambientazioni che sono semplicemente vivide.
«Che tiro fuori le parole, i pensieri, le idee. Se non li esprimi, che senso hanno? Muoiono insieme a te. Invece, quando li esprimi, sono nel mondo. Chi lo sa cosa accade ai suoni? Noi pensiamo che scompaiano, ma potrebbero benissimo continuare a vibrare, restare sospesi nell’universo, e magari fra cento milioni di anni qualcuno o qualcosa ne percepirà la vibrazione. Magari sentiranno per filo e per segno quello che ti sto dicendo adesso.»
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Dell'autore non ho letto nulla, se non la bella introduzione al famoso romanzo "Stoner".
La tua gradevole recensione ha il dono della chiarezza. La storia mi pare interessante. Parli poi di uno "scritto intriso di magnetismo" ...
A questo punto metto il titolo in lista.