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Barbablù
 
Barbablù 2021-06-21 11:40:41 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    21 Giugno, 2021
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Saturnine

«Più lui la fotografava, più lei sentiva affiorare sulla pelle, un’energia incontenibile. Dato che lui sviluppava con l’argento, la seduta non fu sciupata dall’immediatezza del risultato: l’opera ha bisogno del mistero dell’attesa. È cosa buona, quando si crea, non negare il tempo.»

Saturnine, di origine Belga è alla ricerca di una stanza ammobiliata all’interno della quale vivere così da poter liberare quella ove alloggia presso un’amica in quel di Parigi, la città dell’amore. L’annuncio appare per caso, la decisione di partecipare al colloquio nonostante le avvisaglie e le perplessità che si celano dietro all’abitazione extralusso a prezzo irrisorio non la spaventano, la casualità di essere scelta non la fa demordere. Ed ecco che la giovane si ritrova ospite tra le mura incantante di casa di Elemirio Nibal y Milcar, grande di Spagna, di anni quarantaquattro, amante del periodo dell’inquisizione con relativi atti processuali al seguito, di sangue blu e proprietario di molti beni tali e atti a farlo vivere nella comodità e nel lusso così da non dover nemmeno uscire di casa. La stessa servitù dopo la morte dei genitori è stata ridotta al minimo ma non per una questione economica quanto, al contrario, per una scelta libera portata avanti da questa stessa in quanto l’erede aveva sposato uno stile di vita più riservato, eclettico e meno mondano. Ma cosa si cela dietro le apparenze? L’uomo si dichiara subito innamorato della giovane ospite, non nasconde di aver avuto altre otto coinquiline tutte amate negli anni precedenti, non si pronuncia sulla loro sparizione ma nemmeno afferma o smentisce di una loro presunta morte, ammalia, ancora, e affascina, con tessuti usati per realizzare oggetti fatti a mano, affascina e seduce con cene di prima qualità di poi, dopo la scoperta, accompagnate con calici di champagne così tanto amato dalla Nothomb. A far da padrone del mistero, una camera oscura. Impenetrabile quanto minacciosa nel suo semplice esistere.

« - Ammiro il suo tono ex cattedra nel parlare di un argomento che le è estraneo. Non crede che ogni essere umano abbia il diritto alla sua camera oscura?
- La cosa sconvolgente è che con lei diventa una minaccia.
- Ogni diritto implica una sanzione in caso di infrazione. È così.
- Una sanzione che non sia sproporzionata. Nel suo sistema, la sanzione è molto peggiore del crimine.»

Chiaro e immediato è il riferimento alla favola di Perrault ove Barbablù, barone di Rais, ovvero Gilles de Montmorency-Laval, aveva combattuto al fianco di Giovanna d’Arco vantando tra le sue frecce proprietà di tenute e castelli ma non per questo immune all’accusa e conseguente condanna per stupri, uccisioni e torture realizzate con cerimonie pantagrueliche. A queste non veniva meno il chiaro sacrificio di innocenti adescati tra i meno abbienti e dunque più inclini e facili al cedere alle avances di un benestare.

«Innamorarsi è il fenomeno più misterioso dell’universo. Chi si innamora a prima vista vive la versione meno inesplicabile de miracolo: se prima non amava, è perché ignorava l’esistenza dell’altro.»

Surreale, un po’ gotica, graffiante, lapidaria. Anche questa volta tutti i tratti principali e salienti della scrittrice belga non mancano e si riconfermano nella scrittura dialogica ben mixata con una impostazione narrativa che si conforma allo stile in cui il lettore più avvezzo ormai si riconosce. Tanti sono gli spunti di riflessione e le tematiche che vengono trattate in questo titolo che si snoda interamente sul concetto di allegoria e che tocca problematiche importanti quali i legami amorosi e affettivi, le relazioni disfunzionali, il moralismo, la punizione e molte altre ancora. Oltretutto per la Nothomb la favola di Barbablù è un ricordo di gioventù avendo ella amato la medesima e dato a questa una sua interpretazione personale. Lo stesso Barbablù è un suo amico immaginario protagonista di elaborati non ancora pubblicati. Non mancano poi i riferimenti alla sua vita autobiografica essendo Saturinine/Amélie la prima ad aver dormito su divani amici al momento del sopraggiungere in Francia. Nulla è lasciato al caso tra queste pagine nemmeno il nome della nostra eroina che rimanda a Saturno e all’età dell’oro, all’alchimia, al ruolo dell’arte. Un romanzo completo, che incuriosisce, stuzzica, porta alla riflessione e invoglia ad andare avanti. Di gran lunga preferito ai precedenti ultimi tre titoli letti (sto leggendo seguendo l’ordine cronologico) all’interno dei quali avevo invece ravvisato un affievolimento della sua produzione.

«Sì, ecco, parliamone. Il colore, che cos’è? Una sensazione prodotta dalle radiazioni della luce. Si può vivere senza: certi daltonici distinguono solo il nero e il bianco e non sono meno bene informati degli altri. In compenso, sono privi di un piacere fondamentale. È talmente vero che in giapponese “colore” può essere sinonimo di amore.»

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