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Può un’intelligenza artificiale colmare la solitud
È un romanzo ricco di interrogativi ai quali è difficile dare risposte certe, l’ultimo romanzo di Kazuo Ishiguro, Klara e il sole. In un mondo che va perdendo, giorno dopo giorno, il senso della solidarietà e della umanità per assumere sempre più spesso atteggiamenti cinici ed egoistici, l’individuo sembra condannato a vivere in uno stato di solitudine incolmabile.
È per rendere più lievi le lunghe giornate solitarie di Josie, ragazzina vivace e intelligente, ma affetta da un male oscuro, che Klara, l’Amica Artificiale, le viene acquistata e affiancata. Pur essendo una macchina, Klara sembra possedere grande sensibilità e molta affinità con Josie. Assai ben predisposta all’apprendimento, essa coglie i limiti della società che la circonda, ne vede i pericoli che incombono sulla esistenza e sulla sopravvivenza degli esseri umani con i quali si relaziona e ai quali sembra addirittura affezionarsi. E questo è uno dei molti interrogativi che Ishiguro pone a se stesso e ai lettori. Quanto può un’intelligenza artificiale avere sentimenti propri, non programmati? Entro quali limiti può essa muoversi autonomamente? È certo che nel suo rapporto con gli altri personaggi, la Madre, il Padre, Rick, Domestica Melania o Direttrice, Klara mostra una sensibilità eccezionale, che non può, tuttavia basarsi sull’esperienza, dal momento che, al contrario degli umani essa non ha storia, non ha passato, non ha ricordi. Persino la sua visione del mondo che la circonda è generalmente frammentata e raggiunge solo di tanto in tanto una unitarietà. Eppure è lei che più degli altri ha coscienza del degrado ambientalistico, dell’inquinamento che viene causato dalle “Cootings Machines” con i loro fumaioli sbuffanti fumo nero che offuscano il cielo e coprono il sole. Nel sole, l’elemento essenziale alla sopravvivenza di Klara, che si nutre della sua energia, essa ripone ogni speranza, anche l’ultima speranza che Josie possa guarire e continuare la sua vita sia pure in un mondo ingiusto e socialmente discriminante, che distingue e seleziona i giovani tra i più “potenziati” e i “non potenziati”. A Klara non sfugge nulla di ciò che non va in questo mondo, cerca persino di migliorarlo, anche se invano e nel momento in cui prende coscienza dei suoi limiti, si rivolge al Sole, con una preghiera che nasce dal cuore, quel cuore che non ha fisicamente, ma che sente in sé battere d’amore per Josie come per Rick o per la Madre.
Le macchine durano un tempo limitato, come gli uomini. Gli uomini vengono pianti, sinceramente o ipocritamente. Le macchine vengono semplicemente dimenticate.
Commenti
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Un caro saluto
Chiara
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Amo parecchio la scrittura dell'autore, ma la tematica del libro non suscita il mio interesse. Pertanto non lo accantono ; attendo.