Dettagli Recensione
UN PAESE FORTE È UN PAESE POPOLOSO. MOLTIPLICATEVI
... e a me viene subito in mente De Andrè e il suo Testamento di Tito: "feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede. Poi la voglia svanisce e il figlio rimane, e tanti ne uccide la fame."
Certo, le ragioni di Ceau?escu, nella Romania degli anni '80, non erano di tipo religioso, ma il risultato non cambia.
Procreare come dovere patriottico!
Ah, certo...più siamo e più diventiamo forti, lo dicevano anche Hitler e Mussolini!
I metodi contraccettivi erano proibiti alle donne con meno di 4 bambini e l'aborto a quelle con meno di 45 anni che non avessero già dato alla luce quattro figli.
Ed ecco tanti bambini non desiderati lasciati negli orfanotrofi, tutti figli dello Stato (mi hai costretta a farlo nascere, ora occupatene tu!), a patire la fame, il freddo, il disamore, la miseria, la sporcizia, le malattie, e gli abusi.
Tanti, troppi.
Abusi fisici e psicologici che hanno portato tante piccole vite a decidere di farla finita.
Auspicare la morte come liberazione, e poi morire senza avere neanche una croce su un anonimo cumulo di terra.
Tanto quella, la croce, l'hanno portata già in vita, nella loro brevissima e terribile vita.
Per non parlare di tutte le donne che, pur di non ritrovarsi ad abbandonare i figli in questi posti (perché non avevano di che sfamarli!), sono morte dissanguate, avvelenate o consumate dalle infezioni durante gli aborti clandestini.
Quanta disperazione.
In nome di che cosa, poi?
In questa bella cornice di terrore, delazione e oppressione, la Lazar ci racconta una storia.
La storia di un'ostetrica e di un bambino...e di queste case-lager.
Lo fa con una scrittura diretta, semplice, analitica e distaccata, oserei dire anche fredda, come privo di ogni calore era il clima in cui vivevano questi bambini.
Ma vorrei che la leggeste voi...
Per poi metabolizzare gli orrori di un recente e buio periodo storico, e riflettere su come il bene più prezioso dell'umanità, i bambini, siano stati calpestati in ogni modo.
Bambini fatti nascere a forza, e poi privati del futuro.