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Un tentativo di favola poco riuscito
Questo libro potrebbe essere un classico filmetto romantico, di quelli che si vedono nei pomeriggi estivi. Forse però l'autrice ha calcato un po' la mano andando a toccare argomenti seri come le molestie, l'alcolismo e il lutto che dovrebbero essere lasciati a contesti più seri. Mi stupisce che nell'evoluto nord Europa si possa far passare sotto silenzio un tentativo di violenza sessuale, per di più da un datore di lavoro. Non solo un collega che involontariamente sventa il crimine, non trova nulla di strano nel fatto che una sua collega stia minacciando il suo capo con una bottiglia, e che guarda caso i bottoni della sua camicetta siano sul pavimento dell'uomo ha al cerniera dei pantaloni abbassati. Ma, per la stessa Agnes l'unica preoccupazione è quella di ricevere delle pessime referenze e di non trovare un altro lavoro. Devo dire che se quella dell'autrice è una riproduzione fedele della mentalità e dello stile di vita nordico sono piuttosto esterrefatta. Las stessa protagonista non mi piace. è antipatica, disattenta a quello che le succede attorno, spocchiosa e presuntuosa, Penso per esempio all'amica del cuore di Agnes, evidentemente alcolizzata, fin dalle prime pagine, ma di cui lei si stupisce quando le vien spiattellato in faccia. Penso anche all'atteggiamento di superiorità verso i familiari rimasti a vivere in un paesino, dei quali deride le aspirazioni e gli interessi. Per non parlare della sua pretesa di essere tanto meglio degli altri perché ha lavorato in un ristorante stellato. La trama è poco credibile, evidentemente messa insieme a tavolino per strizzare l'occhio a una platea di donne in cerca di romanticherie. In realtà il risultato non è un gran ché: i personaggi sono poco attraenti, i cosiddetti colpi di scena non bastano a risollevare le sorti della storia e il finale è del tutto scontato e prevedibile.