Dettagli Recensione
Un libro tosto
David Lurie ha cinquantadue anni, è divorziato ed ha una passione che con la sua età e la sua professione non va proprio bene. Questa sua debolezza lo porterà alla disgrazia e soprattutto alla vergogna, con cui non è così semplice vivere.
“Non rifiuto la punizione. Non mi ribello. Anzi, la vivo giorno dopo giorno, cercando di accettare la vergogna come la condizione della mia esistenza. Pensa che a Dio sia sufficiente, se vivrò per sempre nella vergogna?”.
David Lurie ha un pessimo carattere e la sua colpa diventa ancora più grande e lo porta a cercare “asilo” a casa della figlia Lucy, che abita in una fattoria.
Se già l'inizio del romanzo non è semplice, e non per la scrittura, ma per gli argomenti trattati, Coetzee aggiunge anche la situazione che c'è nel Sudafrica post-apartheid, in cui l'integrazione non è ancora stata raggiunta e i bianchi e in particolare le donne sole non sono ben viste.
David mentre sconta la sua pena si troverà davanti un mondo a lui sconosciuto e di difficile comprensione, in cui le dinamiche più ovvie non sono quelle che alla fine sono le più facili da seguire.
Un libro difficile, non piacevole, ma molto istruttivo. L'autore che avevo già conosciuto con “Aspettando i barbari” anche questa volta non sbaglia. Uno stile fluido, ben leggibile ma non facile da digerire.
L'empatia con i personaggi è difficile, se da una parte l'arroganza e la presunzione di David bloccano qualsiasi simpatia, dall'altra c'è Lucy, che fa delle scelte così poco comprensibili da rendere davvero difficile immedesimarsi in lei. In questo romanzo si soffre su più punti di vista, non ultimo il trattamento che viene riservato agli animali.
Un libro che non consiglio a tutti, Coetzee si legge bene ma dopo aver finito il libro la sensazione che mi è rimasta addosso non è stata piacevole.
Buona lettura!
Indicazioni utili
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