Dettagli Recensione
Metamorfosi
Il sorgo è il vero protagonista di questo stupendo romanzo. Sullo sfondo per tutta la narrazione, accompagna i destini dei cinesi della regione del Gaomi, nella provincia costiera dello Shandong, una delle più vicine al nemico durante la terribile guerra sino-giapponese. Una terra adatta alla coltivazione, una provincia rurale in estrema simbiosi con quel cereale che, quasi personificato, partecipa di tutti gli eventi della vita dei suoi coltivatori, in un ciclo vitale breve rispetto a quello dell’uomo, ma che si protende di chicco in chicco con una continuità infinita. È la terra dello scrittore Mo Yan, premio Nobel nel 2012, che "con il suo realismo allucinatorio forgia racconti popolari, di storia e contemporanei”. E questo è appunto un romanzo storico, ripercorre infatti la devastazione prodotta dall’invasore giapponese negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, lo sconvolgimento introdotto dall’invasore nelle piccole comunità sparse dell’estremo Oriente, l’arrivo della violenza, della distruzione e della morte. In realtà la narrazione prende l’avvio dai ricordi dell’ultimo discendente di Yu Zhan'ao, affonda dunque le radici in un tessuto pseudo civile fatto di tradizioni millenarie ma anche di soprusi latenti, ancora ben vivi negli anni Venti del XIX secolo. Un mondo atavico, perso nel mondo, alienato e alienante; un mondo già violento e complesso. Un mondo di banditi, come Yu Zhan'ao appunto, il nonno della voce narrante che tenta, anche con il suo racconto, di tornare nel territorio di appartenenza, di cercare quella simbiosi necessaria per poterlo vivere senza essere un coniglio, privo come è, egli, della necessaria forza che la sua permanenza in città ha scalfito, forse per sempre. Anche il sorgo non è più rosso, come lui, è ormai un ibrido: è cambiato e nella sua metamorfosi ha modificato il paesaggio che forse ora è pronto ad accogliere genti diverse. Rimarranno nella storia della famiglia e del Paese le imprese eroiche della popolazione resistente all’invasore, il suo coraggio, il suo sacrificio, così come le singole storie di una famiglia come tante ma che per la caratura dei suoi membri, ha il diritto di entrare nell’epos, nella leggenda quasi, consegnati a noi da un’aura mitica che sa di realismo magico. Un bellissimo romanzo, che annulla il dualismo manicheo con l’uso sapiente della parola e del costrutto narrativo capace di abbracciare un’ampia gamma di emozioni riconducendoli semplicemente ad eros e thanatos.
Indicazioni utili
Cent'anni di solitudine
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |