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I sogni sono desideri
Trama: dopo aver fatto un terribile sogno Yeongh-hye decide di diventare vegetariana. Una scelta che nulla ha a che fare con motivi animalisti, di tendenza o salutisti: il suo è un primo clamoroso passo verso l'autodistruzione.
Un sogno come punto di rottura, trampolino di lancio per prendere le distanze da una società in cui le costrizioni e gli obblighi diventano fardello insostenibile. Yeongh-hye rinnega le convenzioni attraverso lo svilimento del proprio corpo. Mette in atto una rivalsa verso marito e famigliari i quali, abituati al suo carattere remissivo, anziché interpretare lo strano comportamento come campanello d'allarme riversano su di essa ulteriore rabbia.
Han Kang descrive una negazione radicale con stile facilmente fruibile e dall'incedere ipnotico, crudo e corrosivo, in cui la (presunta) follia è racchiusa in tre capitoli narrati da altrettante differenti voci. Le azioni della protagonista non trovano quindi alcuna spiegazione scientifica in quanto lasciate all'interpretazione soggettiva del lettore, il quale può solo basarsi sulle parole e sulle impressioni del coniuge, del cognato, ed infine della sorella. "La vegetariana" è un romanzo che sfrutta al meglio alcuni simbolismi legati alla cultura orientale (il rapporto con la natura e l'aspirazione alla sintonia con essa) inseriti nel rifiuto dapprima al cibo e poi ai rapporti umani come atto di ribellione nei confronti di un ruolo già scritto e al quale non ci si può sottrarre. La psicosi della protagonista è efficace nel portare a galla un effetto domino di natura pessimista in cui non vi è interpretazione esatta o sbagliata, bensì una deprimente assenza di affetto sostituita con atteggiamenti di convenienza, punti focali di un romanzo in cui l'autrice centra il paradossale estremismo: l'affermazione attraverso l'annullamento.