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La morte e i fiori
Visto le varie recensioni contrastanti non avevo nessuna aspettativa su questo romanzo. Avevo letto i commenti dai più entusiasmati ai più delusi.
Devo dire che la mia bilancia pende sul giudizio negativo, anche se forse per una prima metà del libro avrei detto il contrario.
Nella prima parte ho trovato gradevole la maniera di descrivere la vita quotidiana in modo leggero, a volte quasi comico, di una professione cupa come quella del custode di un cimitero. L’esorcizzazione di ambienti, momenti e argomenti riguardanti la morte mi aveva colpito piacevolmente.
Si nota però fin da subito un tono drammatico, anche se l’autrice cerca di nasconderlo con descrizioni di momenti leggerii. Ho avuto già dai primi capitoli del libro la percezione di una tragedia vissuta nel passato dalla protagonista e che questa avrebbe riguardato l’amata figlioletta.
E da un certo punto si è rivelato quello che avevo immaginato. Da quel momento, da quando annuncia che la tomba dell’amata figlia era a pochi metri dalla sua abitazione, il libro cambia scenografia e diventa solo una esposizione del dolore.
Una elaborazione di un lutto insopportabile.
Inizialmente dolore straziante, successivamente annientamento della propria esistenza, conseguentemente apatia e depressione per poi sfociare in indifferente rassegnazione.
In questa elaborazione ho trovato inutili e confusionarie le varie storie intercalate ma senza un vero filo conduttore. Speravo fino alla fine che si comprendesse un senso generale ma non mi è sembrato di avere percepito nulla. Forse unico collegamento: la morte come congiungimento di tanti amori. Ma questo sembrerebbe in contraddizione con la fine della storia di Violette. Ho trovato dispersivo il troppo dilungarsi delle indagini di Philippe e l’evolvere della sua storia con Julien.
Tutto per i miei gusti sotto la sufficienza.
Commenti
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Tu l'hai ridimensionato, probabilmente non a torto.
Per il momento, cautamente attendo.