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Il valore delle piccole cose
Il caldo umido del monsone avvolge l'intero paese, il gusto dolce della conserva di mango e banana lenisce la mancanza di affetto mentre i profumi e gli afrori del suolo indiano pervadono ogni quartiere.
Una galleria di personaggi variopinti popola le pagine di questo intenso romanzo della scrittrice Arundhati Roy, che mette in scena una storia familiare che si snoda dagli anni sessanta agli anni ottanta del secolo scorso, in una terra dai mille colori, dove i retaggi culturali secolari si incontrano e scontrano con i venti della modernità.
India, antica culla delle caste, cesura netta e invalicabile tra uomini e donne, marchio indelebile che condanna ogni essere umano a vivere recluso nel proprio microcosmo.
Ogni tentativo di evasione alla ricerca di un briciolo di felicità viene punito dall'intransigenza della legge e dall' ottusità umana.
Un romanzo corale che presta la voce agli ultimi della società indiana, alle donne separate, ai figli senza un padre, ai lavoratori ingaggiati per svolgere le attività più usuranti e umilianti.
Un groviglio di storie che mescolano dolore, crudeltà, discriminazione, ma sulle quali soffia la timida brezza dell'amore, del sogno e della speranza.
L'elemento distintivo da altri romanzi che hanno trattato gli stessi temi, sta nello stile di scrittura, originale, visionario e realistico al contempo, pindarico per i salti temporali, carico di immagini, di dettagli minuziosi, di riflessioni genuine e di visioni fantasiose affidate al racconto diretto dei due bambini protagonisti.
Un mondo complesso filtrato attraverso gli occhi dell'innocenza e della gioia di vivere dell'infanzia che osserva con stupore e curiosità gli eventi circostanti che toccano familiari e conoscenti.
Lettura complicata solo all'apparenza, in realtà un testo che regala forti emozioni e coinvolgimento fino all'ultimo rigo.
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Bellissima recensione
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