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Emancipazione e solitudine
“Donna per caso” fu il primo romanzo di Jonathan Coe e certamente non è tra i suoi migliori, anche se alcuni temi li ritroveremo successivamente nelle opere che lo hanno reso celebre.
La protagonista è Maria e la scelta di un personaggio femminile non è casuale per gli argomenti delicati che l’autore si accinge ad affrontare: l’emancipazione femminile, la libertà individuale e la solitudine.
Maria diviene un simbolo di ciò che nel tempo la donna ha sempre giustamente rivendicato per sé, il diritto di fare le proprie scelte senza soggiacere ad alcun condizionamento. Ed è così che Maria si allontana da casa per completare i suoi studi, conosce il piacere di una vita da single, lontano tuttavia dagli affetti familiari e, nel suo affanno di costruirsi una vita indipendente, trascura l’amore, allontana da sé le amicizie, penalizza e mortifica quasi il suo aspetto avvenente per privilegiare la tendenza all’indifferenza e al cinismo. Persino l’amore per un figlio, che sembra quasi un incidente nella sua vita, viene superato dall’esigenza di soffrire il meno possibile. È un cammino progressivo verso un isolamento totale. Maria si ritrova prigioniera di una anaffettività che non aveva previsto e della quale non aveva saputo valutare gli effetti negativi.
Il messaggio chiaro e forte che si può cogliere da questa storia di sostanziale infelicità e solitudine consiste nel non trascurare in nessun caso la sfera affettiva, perché non possono esistere né libertà né felicità se non si accetta di vivere in un contesto sociale umano che comporti alcune scelte e parziali rinunce che implichino un coinvolgimento consapevole dei propri sentimenti e una presa di coscienza delle proprie responsabilità. Un romanzo amaro, ma per certi versi, illuminante.
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Commenti
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La tua bella presentazione del libro mi fa capire che non è assolutamente questo il testo giusto per cominciare a leggere qualcosa di J. Coe. D'altronde già il titolo non mi piace, convinto come sono che nulla avviene per caso.