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UNA NOTTE UN SOGNO
Un sogno entra di prepotenza nella vita di una donna e da quell'istante la vita reale subirà una trasformazione radicale e dilaniante.
Le immagini di sangue e di corruzione delle carni prendono il potere sulle facoltà mentali dell'esile ed eterea coreana, portandola ad un punto di rottura con il coniuge, i familiari e con un mondo circostante di cui non sente di poterne più far parte.
Comincia così un esilio da se stessa e dalla società per la protagonista, un essere schiacciato da sempre sotto il peso del rigore imposto dalla cultura asiatica alla figura femminile, lontana dai venti dell'emancipazione e della libertà nella realizzazione personale.
La fuga dalle carni assurge a simbolo di ribellione a tutto ciò che è imposto in nome di un pensiero, di retaggio culturale o di qualsiasi credo altrui.
Caratteristiche incontrovertibili del romanzo sono l'intensità e la crudezza, spinte ad un punto tale da far deflagrare le pagine in un urlo di dolore che ingabbia il lettore in una morsa letale.
Pur nella sua brevità, lo scritto contiene una sequenza di immagini talmente disturbanti da far trascendere le parole in fotografie, toccando spesso l'eccesso, ma consapevoli che nel costrutto narrativo nulla è lasciato al caso.
Una lettura intrisa di sofferenza e dai contenuti forti in grado di scoprire nervi dolenti di un malessere sociale; un climax nero e macchiato da quel sangue che la protagonista vede sgorgare dalla carne, una flebile voce di speranza nel futuro che il lettore cerca di cogliere almeno nell'epilogo.
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Mi è spesso passato tra le mani questo libro, ma mai la presa mi fu decisiva. Credo non faccia per me, alla fine.
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