Dettagli Recensione
Ci sono cose che bisogna vedere e sentire
Mariam e Laila sono due donne con due età e due storie molto differenti: la prima ha uno stretto rapporto con il padre e un rapporto più complicato con la madre, la quale non manca mai di ricordarle che è stata avuta illegittimamente e non perdendo occasione per chiamarla “harami”, bastarda. Non le viene permesso di andare a scuola e al compimento dei suoi quindici anni viene data in sposa. La seconda, invece, ha un bel rapporto con entrambi i genitori e le è consentito andare a scuola. Sarà un tragico evento a far incontrare le due donne e a farle scoprire di avere molto più in comune di quanto credano, in una Kabul bellicosa disposta a non risparmiare nessuno.
Secondo romanzo di Khaled Hosseini in cui appare chiara la denuncia verso tutte le brutalità che hanno visto protagonista l’Afghanistan durante gli ultimi anni del secolo scorso. Il libro copre un arco di tempo considerevole: dagli anni ‘70 ai primi anni 2000 e, immancabilmente, gli avvenimenti raccontati sono tanti. La trama mi è piaciuta in quanto lineare e di facile comprensione, seppur all’inizio del racconto ho faticato un po’ a comprendere il periodo di cui si parlava, visto che il libro si apre con Mariam bambina e vengono fatti dei salti avanti nel tempo non sempre ben spiegati. Tuttavia una volta superati i primi capitoli, tutto risulta di più facile comprensione.
I personaggi del romanzo non sono molti, ma hanno tutti caratteristiche ben chiare e delineate. Ho apprezzato il cambiamento che hanno avuto alcuni, pur mantenendo i loro comportamenti originari. Lo stile l’ho gradito molto e ho apprezzato l’inserimento nel corso del racconto di termini arabi, anche se non sempre sono stati tradotti dallo scrittore in italiano, il che ha reso leggermente più complicata la comprensione. Tuttavia i molteplici avvenimenti del racconto sono ben spiegati in tutta la loro essenza e il finale mi ha indotto inevitabilmente a sorridere, nonostante tutto.
Mi sento di consigliare fortemente questo romanzo perché, seppur faccia male leggerlo per via della verità messa a nudo raccontata, è una realtà che a mio parere va conosciuta. Purtroppo non tutti viviamo nelle stesse condizioni e leggere la storia di Mariam e Laila ne è la prova: una vita fatta di paura e oppressione, in cui essere succube del proprio marito è considerato normale, il tutto incorniciato da un conflitto senza fine.