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Autobiografia di Petra Delicado
 
Autobiografia di Petra Delicado 2021-02-07 19:47:49 Bruno Izzo
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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    07 Febbraio, 2021
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Personaggi in cerca di autore, e viceversa

Il successo di alcuni personaggi di pura invenzione letteraria, almeno quelli più noti e di frequente riscontro in libreria, poiché protagonisti di fortunati romanzi seriali, risiede certamente nell’indubbio valore dei loro autori nell’offrire buone storie, interessanti, ben scritte e gradevoli a leggersi.
La qualità del prodotto offerto determina, un titolo dopo l’altro, un meccanismo di fidelizzazione nei confronti delle figure degli interpreti da parte della maggioranza dei lettori: pertanto, a chi legge riesce particolarmente gradito rincontrarli periodicamente, conoscere gradualmente sempre un po' di più del loro vissuto, i loro trascorsi, come sono, cosa pensano, come vivono quando non sono impegnati al di fuori della storia che si sta leggendo.
Se ne vuole sapere di più, una vera e propria ricerca di un gossip cartaceo, il lettore appassionato è curioso di sapere come mai fanno quello che fanno, cosa è accaduto che determina certe reazioni da parte loro e non altro, e via così, una forte curiosità nei confronti del privato dei loro eroi, di quanto non espressamente o compiutamente rivelato, quantunque sia ben noto che si tratti in fin dei conti di personaggi di fantasia.
Lo scrittore sensibile agli umori del suo pubblico avverte chiaramente questo che altro non è che un indice di gradimento del suo personaggio, pertanto nelle sue storie si premura di centellinare informazioni sul privato dell’interprete principale, un ritratto a tinte lievi appena accennato e però intimo e intrigante, che si intreccia spesso e volentieri nella trama stessa della storia raccontata, e a lungo andare delinea nei libri che si succedono una più o meno completa biografia del personaggio principale.
Ecco quindi che dopo la lettura di un certo numero di romanzi, per esempio, il lettore affezionato dello scrittore Maurizio De Giovanni conosce perfettamente in cosa consiste il “fatto” che segue e caratterizza il Commissario Luigi Alfredo Ricciardi, in servizio presso la squadra omicidi della Regia Questura di Napoli negli anni della dittatura fascista; oppure come mai, nei romanzi di Antonio Manzini, un “romano de’ Roma” purosangue come il vicequestore Rocco Schiavone è costretto suo malgrado ad esercitare le sue funzioni nei commissariati della nevosa Valle d’Aosta; ed infine perché mai in una ridente cittadina balneare della Riviera toscana a risolvere enigmi polizieschi sono dei baldi vecchietti ottuagenari, come accade nei romanzi dello scrittore pisano Marco Malvaldi.
Chi ha letto i libri dei citati, magari sa rispondere; chi ne ha letto uno solo, è curioso di saperne di più.
La scrittrice spagnola Alicia Gimenez Bartlett ha fatto di più, presa magari da un entusiastico fervore letterario, ha deciso di offrire condensato in un solo testo di tutto e di più del personaggio che le ha procurato maggiore fortuna e notorietà, l’ispettrice di Polizia Petra Delicado, in servizio presso la squadra omicidi del commissariato di Barcellona.
L’ “Autobiografia di Petra Delicado” pertanto non è un giallo, non un romanzo, è esattamente quello che dice di essere, una biografia, un ritratto di sé stessa delineato proprio dal personaggio in prima persona. Letteralmente un’autobiografia, il personaggio Petra Delicado lo dice subito nelle pagine iniziali, ha bisogno di uno stacco esistenziale da tutto e tutti, pertanto si ritira per una settimana in un austero convento di religiose, fuori dal mondo, spegne cellulari e tecnologie per meglio isolarsi, e su quaderni di scuola riversa la propria esistenza, niente più di quello che potrebbe definirsi un esercizio spirituale, una forma di catarsi, o anche un modo con cui autore e personaggio ritrovano sé stessi.
Petra Delicado non è un personaggio in cerca d’autore, o che disconosce la sua autrice.
Nemmeno la Gimenez Bartlett ha qui necessità di cercare il suo personaggio, svelarne chissà quale lato oscuro taciuto altrove, nessun mistero questa volta, la sua creatura le è chiara nei minimi particolari, la scrittrice non è alla ricerca del tempo perduto, semplicemente desidera offrire al lettore vecchio e nuovo un ritratto di Petra condensato e però ben estrinsecato nei particolari perché, come spesso accade, se Alicia Gimenez Bartlett ha creato Petra Delicado, poi Petra Delicado è cresciuta e cammina con le proprie gambe, la Bartlet non inventa più niente, è Petra Delicado che le racconta le sue storie, le sue indagini, la sua vita, la Gimenez Bartlett si limita ormai semplicemente a smistarle al lettore come tali. Con questa “Autobiografia” Alicia Gimenez Bartlett rende chiaro che la sua creatura non le appartiene più, è stata ormai adottata dai suoi lettori, a loro la offre in tutti i suoi risvolti privati, e con tutti i particolari, come è giusto che sia.
Nei libri di Alicia Gimenez Bartlett Petra Delicado, sia nella professione che nella vita privata è esattamente quello che il suo nome indica, una donna che è ferma, tenace, ostinata, e contemporaneamente, perché lei è completa, sa che una cosa non esclude l’altra, è anche una donna dall’anima delicata, sa essere quando occorre sensibile, garbata, leggiadra, deliziosa.
Come noi tutti, ha varie sfaccettature, non aderisce ad alcun cliché prestabilito, non a caso svolge una professione che vox populi vorrebbe appannaggio del rude maschilismo, e lo svolge meglio di tanti uomini. Petra Delicado è in sintesi una normalissima donna in gamba, concreta, sia intelligente che di buon senso pratico, e però dolce, amabile, deliziosa all’occorrenza, in sintesi è sé stessa con pari sensibilità e durezza secondo quando serve, e non per stereotipi antiquati.
Non una femminista ante litteram semplicemente una donna comune che da sempre rivendica senza timori il suo essere donna, adulta, autonoma, responsabile intelligente e sensibile.
L’ispettrice è una donna specchio dei suoi tempi, nata in un’epoca difficile per la Spagna, un duro periodo di transizione per il paese, passato dal franchismo e da un regime autoritario e reazionario ad un clima con maggiore libertà in essere, ma con forti resistenze a divenire il nuovo.
Sia Petra che Alicia hanno vissuto di persona la difficoltà di mantenersi donne, padrone di sé stesse e del proprio destino, in un’epoca in cui, malgrado i cambiamenti, ci si ostinava nelle famiglie e nella società a relegare le donne in una posizione stereotipate e antiquate, quanto meno subordinata al genere maschile. Il romanzo tratteggia un profilo preciso, esauriente, esaustivo, di una donna che ha ben chiaro che non intende abdicare alle proprie scelte in nome di principi in cui non crede e non sente suoi, e che giunge a tale consapevolezza attraverso i fatidici passaggi che iniziano dall’infanzia, descrivono la giovinezza, gli studi, l’età matura, gli amori e poi i matrimoni, ben tre!
Sono proprio le sue esperienze di vita a costruire il viatico per cui Petra Delicado è quella che è, una donna che diffida dell’amore imperituro, del matrimonio indissolubile, della famiglia patriarcale e maschilista, anche se si innamora, ama e sa amare, che si è sposata perseverando per ben tre volte ma non ama il matrimonio, e fa scandalo con la sua scelta di non avere figli:
“…La mia infanzia mi ha segnato, come succede a tutti. Non mi va di essere troppo amata, mi accontento del giusto. Non mi piace la famiglia come istituzione. Non ho mai avuto figli.”
Si susseguono le descrizioni, le scuole prima presso istituti di educazione religiosa e poi in quelli laici, la scelta universitaria ed il cambio di rotta nell’indirizzo di studi per influenza del suo compagno.
Ancora, dopo la laurea il matrimonio e l’iniziale excursus professionale come avvocato a ruota del primo marito Hugo, colui che l’aveva condizionata sia nelle scelte di studi che in quelli programmatici dell’esistenza, il suo rendersi conto dell’errore e porvi rimedio prima con il divorzio per poi entrare, quasi per caso, nelle forze di polizia.
Un secondo matrimonio con un originale e assai più giovane ristoratore, Pepe, naufragato dopo ancora meno tempo del primo matrimonio. Senza per questo demordere dalla sua caparbietà e dalla sua dolcezza con la quale continua ad essere lieta per quello che è e per quanto è:
“Se tutti dovessero dare retta alle brutte esperienze del passato, nessuno muoverebbe più un passo e l’umanità sarebbe ferma all’età della Pietra”.
No, Petra Delicado come una pietra sa che stare fermi non funziona, serve evolvere, anche se pietra occorre rotolare, rotolarsi nella vita, ed è questa sua indole, questa sua concretezza, un misto di buon senso, pragmatismo e un tocco di leggerezza che le permettono di affinare il suo intuito come donna e tradurlo in una abile capacità investigativa.
Petra è tosta nel cercare ciò che non quadra, ma è anche empatica nel comprendere perché le cose non quadrano. Inizia una lunga gavetta come archivista, con inevitabili frustrazioni per non essere impiegata in ciò in cui si è preparata, senza però mai demordere o deprimersi, per poi sfruttare una fortuita opportunità per mettersi in luce come investigatrice.
“La vita continua sempre, questo è un grande insegnamento.”
Di là, saranno casi a seguire, successo dopo successo, Petra descrive qui appena un accenno ai suoi primi casi risolti, in cui però il lettore affezionato riconosce le trame dei primi successi della Gimenez Bartlet. Infine, la sua consacrazione ufficiale impiegata in pianta stabile come punto di forza nel lavoro di investigazione nella squadra omicidi, in coppia col fido partner Fermin Garzon.
Ed è storia d’oggi.
In definitiva, non è una cattiva lettura, anche per chi non è proprio un fan della scrittrice spagnola.
Perché ha un bel stile discorsivo accattivante, coinvolgente, si fa leggere con piacere, interessa, a tratti avvince, e non è un giallo, non ci sono misteri da risolvere. Dimostra che certo, costruire un bel personaggio, conduce la storia. Però poi la storia devi saperla scrivere, portarla all’attenzione del lettore; Alicia Gimenez Bartlet ci offre un saggio di abilità, con una biografia della sua eroina, raccontata in prima persona, scrive una storia nella storia, descrive l’iter in divenire di una donna in uno dei periodi più critici nella storia del suo Paese, ma insieme anche il progredire della Donna.
In sintesi, direi che è un libro femminista, un omaggio alle donne, che nella loro semplicità sanno essere pietre e delicate insieme.
L’altro genere, non lo sa fare con pari efficacia, diciamolo, da uomo a uomo.

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I libri di Alicia Gimenez Bartlett con Petra Delicado protagonista
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Commenti

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Caro Bruno, molto molto bella la tua analisi. Ricca e ben strutturata. Bravo!
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
09 Febbraio, 2021
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Grazie Maria! Queste tue parole mi sono care perchè so quanto siano sincere e competenti! Un caro saluto.
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