Dettagli Recensione
UNA BANANA MOLTO DELICATA
Nella prima parte la protagonista Mikage ha da poco perso la sua adorata nonna con la quale viveva, queste pagine sono state, per me, veramente angoscianti e strazianti. L'autrice è riuscita a trasmettermi il dolore che la donna provava oltre allo sconforto, alla solitudine e al senso di smarrimento nei quali è sprofondata.
La donna si è sempre sentita sola, senza una famiglia che la amasse e la proteggesse e la cucina rappresenta per lei il luogo "sicuro" dove rifugiarsi.
La cucina è anche il luogo che Mikage ama di più in assoluto.
"Essere rimasta io sola in questa casa dove sono cresciuta, mentre il tempo continua a scorrere regolare, mi sconvolge."
E' l'incontro con un ragazzo Yuichi, che lavora dal fioraio dove andava spesso sua nonna, che farà capire alla protagonista che la famiglia può avere varie forme e non per forza quella che noi occidentali vediamo come "tradizionale".
Nell'ultima parte del romanzo, troviamo un altro racconto con protagonisti diversi, dove la tematica principale è sempre il dolore e la perdita, di un amore, questa volta, però questa parte mi ha convinta di meno.
Il libro sembra avere due stili differenti, se nella prima storia l'autrice mi ha trasmesso delle emozioni nella seconda, invece, ho percepito poco o nulla.
La lettura risulta scorrevole e tutto sommato piacevole, non conoscendo bene l'autrice non riesco a dare un giudizio completo, diciamo che qui ho percepito una netta differenza tra i due racconti.
Probabilmente essendo un libro pubblicato alla fine degli anni ottanta, la Yoshimoto era all'inizio della sua carriera quindi il libro è , a mio avviso, molto acerbo e molto semplice e lineare.
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