Dettagli Recensione
Non alla prima, ma alla seconda...
lettura, ti conquista. Più volte lo rileggi, più lo apprezzi.
Il libro era in lista da tempo, ne temevo la lettura visti i pareri contrastanti, ma poi, come sempre accade, dovevo avere la mia idea e mi son tuffata a capofitto nella storia lasciando in sospeso altre letture.
Ho fatto bene a leggerlo,mi è piaciuto molto.
Le pagine mi hanno donato tante emozioni, la tenerezza in primis, mi hanno messo addosso la voglia di esplorare quei paesaggi nordici, il desiderio di mollare la vita urbana e i rapporti sociali e vivere e respirare la libertà autentica a pieni polmoni, come l‘aria fredda e rinfrancante della Lapponia. Il libro mi ha anche fatto ridere, tante volte. Un libro particolare, perché Paasilinna, il compianto scrittore finlandese fa dell‘humor molto sottile, forse è questo il più grande ostacolo in cui ci si imbatte.
Premetto che io non consiglio il libro a tutti, ma solo a chi ama la sottigliezza di certe battute, di certi contrasti e desidera conoscere la letteratura nordica senza cercare lunghe descrizioni di paesaggi innevati per sognare ad occhi aperti. “L’anno della lepre”, titolo di punta della casa editrice Iperborea che proprio con questo romanzo, uno dei più apprezzati ed importanti della Scandinavia, ha raggiunto un traguardo editoriale importante, tenuto conto comunque che si tratta di una casa editrice indipendente. In Italia il libro ha vinto un importante premio letterario, il Premio Acerbi e sono state fatte ben due trasposizioni cinematografiche. Il protagonista è un giornalista quarantenne di Helsinki, Vatanen, stanco e logorato dalle ipocrisie e dalla falsità della vita che conduce in città e che un giorno, in auto con un amico giornalista, investe una lepre. L‘uomo esce dall‘auto per soccorrere l‘animale e da allora la sua vita prende una svolta inaspettata : si inoltra nei boschi e non si fa più trovare né dall’amico, né dalla moglie (in realtà neppure lo cerca, non lo ama), né da nessun conoscente del mondo “civilizzato”. “L‘anno della lepre” è un inno alla libertà, alla riscoperta di se stessi, la storia di una scelta radicale da parte chi non vuole più scendere a compromessi con la felicità.
In questo senso Vatanen fa pensare al protagonista di un’altra grande storia, “Into the wild“, che pure abbandona il mondo urbano dei simili per vivere in solitudine a diretto contatto della natura. Avventure rocambolesche, alcool a sbafo, salvataggi in extremis di animali, incontri con personaggi bizzarri, situazioni comiche che invitano alla riflessione, l‘immensa tenerezza per animali in difficoltà che col loro silenzio ed i loro sguardi sembrano voler parlare agli uomini: un orso curioso, mucche spaventate,un corvo ladro e mangione e...la lepre. L’onnipresente lepre cui Vatanen si lega come se fosse una bambina da proteggere e tenere in braccio, amica delle sue disavventure, simbolo di un mondo semplice e schietto totalmente estraneo alla farraginosità dei rapporti umani, libero.
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