Dettagli Recensione
Lucida disperazione
Un titolo meraviglioso, che promette e mantiene.
Anche il romanzo lo è.
Una sola giornata, il 9 Luglio del 1961. Provincia francese.
È un momento di grandi cambiamenti per la società che si avvia verso la modernizzazione.
Ventiquattro ore nella vita di Albert, operaio cinquantenne, figlio di contadini, che non ce la fa a stare al passo con le trasformazioni, sente tutto il suo mondo e il suo passato andare in frantumi, non riesce a trovare un suo posto in questa nuova e moderna società industriale e consumistica, e vorrebbe solo arrendersi.
Riuscire a provare una tristezza più grande della paura di morire...
"Ben presto morirò. Ben presto non ci sarò più. Non sarò più quello che sono ora e che non amo essere. Non amo quello che sono. Non amo quello che dovrei essere, non amo farmi vanto di questa vita, io non sono di questa vita, sono di un altro tempo che non ho saputo trattenere."
Una scrittura magistrale, dolorosa e raffinata, senza sbavature, in cui la tragedia è pervasa da una sorta di magia e delicatezza, dolcemente accompagnata dalle parole di Balzac grazie ad un parallelismo letterario con "Eugenie Grandet" che fa da fil rouge a tutta la storia.
C'è tanto in queste pagine: c'è la guerra e quello che lascia in chi l'ha vissuta, sul campo e fuori, c'è la tenerezza e il pudore nell'accudimento di una persona anziana che ormai non riconosce più neanche se stessa (queste sono pagine da incorniciare per la loro struggente bellezza!), c'è un rapporto fraterno velato da ombre incestuose, c'è l'amore per i figli, e per la letteratura.
Ma soprattutto c'è un uomo che, proprio nel culmine massimo della sua debolezza, mostra tutta la sua forza, e il suo amore per la vita.
Un romanzo intriso di malinconia e lucida disperazione.
Consigliatissimo.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |