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I diplomati del quarantaquattro
La Dorset Academy dista parecchie miglia dai centri abitati più vicini, costruita negli anni Venti da una milionaria, la signora Hooper non badò a spese per la scuola che lei stessa avrebbe voluto frequentare.
Gli edifici di pietra rossa sono sormontati da tetti di ardesia, piccoli e grandi si alternano a prati verdi e a imponenti, magnifici alberi.
Mi pare di vederla, popolata dai poco più di cento studenti paganti, mentre Vincent Grove si fa in quattro per cercare di provvedere alla retta di quell’istituto mai sentito nominare, ma sarà per forza una buona scuola. William, il figlio, le unghie lunghe ed i vestiti sporchi e sgualciti che gli calzano come stracci, cerca una via di fuga alle angherie dei compagni e pare proprio trovarla, nella redazione del giornale scolastico.
Gli adolescenti della Dorset anche da fermi sognano l’avventura, il moto eterno che frizza nelle vene palpitanti di giovinezza.
Li guardo e li riguardo, vorrebbero pianificare viaggi in autostop e studi universitari ma la guerra incombe e i ragazzi del ’43 o del ’44 non possono permettersi di progettare, finchè non finirà il conflitto e finchè ad esso non sopravviveranno.
Bellissimo romanzo, così avvolgente che il lettore stesso è parte del campus. Come aria, come vento, come filo d’erba, come uno qualunque tra i tanti mattoni in lavanderia, dopo avere chiuso l’oblò mi chino di nuovo e mi ravvedo, dimenticavo di lavare l’abito di William. La cravatta, pure, sembra una corda attorcigliata e deve essere stirata. William? Che William? William Grove, lo Zingaro.
Ma no, accidenti, è solo quella storia che sto leggendo di Yates, questa invece sono io e pigio l’avvio, lava lavatrice, lava, che forse domani non ci chiameranno alle armi.
Narrazione che fluisce rapida e piacevole, ferendo ed abbracciando, sembrano righe così semplici eppure chi di più frugale della prima margherita potrebbe raccontarci il duro suolo reduce dell’inverno?
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Commenti
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È stato un autore a lungo sottovalutato. Apprezzato dalla critica e da scrittori come Cheever e Vonnegut, ispiratore di Carver, ha goduto di successo commerciale soltanto anni dopo la sua morte.
"Revolutionary Road" è veramente un grande libro. Ottimo anche "Easter Parade".
Molti hanno tentato di descrivere la cosiddetta "age of anxiety", ma pochi sono stati efficaci come Yates nel farlo.
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anche questo titolo vedo che non delude