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"Forte come la morte è l'amore"
«Forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione». La celebre affermazione del Cantico dei Cantici potrebbe riassumere il senso del romanzo Cambiare l’acqua ai fiori, ultima fatica di Valérie Perrin, grazie alla quale la scrittrice francese si è aggiudicata il prestigioso Prix Maison de la Presse nel 2018. Nell’ultimo anno il libro è diventato un vero e proprio caso editoriale.
Il romanzo è davvero molto bello, e il suo successo (centinaia di migliaia di copie vendute in Italia) è perlopiù dovuto al passaparola di lettori e librai, visto che comunque si parla di una scrittrice poco nota.
La protagonista è la misteriosa Violette Toussaint, quasi cinquant’anni, professione guardiana di cimitero in una cittadina della Borgogna. Dalla sua “postazione privilegiata” Violette ha la possibilità di vivere una quotidiana familiarità con la morte, soprattutto a partire dall’osservazione delle persone che fanno visita ai loro cari defunti. Lei stessa è segnata da un lutto che sembra insuperabile. Valérie Perrin racconta la sua burrascosa vicenda, attraverso continui rimandi tra passato e presente, delineando gradualmente i tratti di un personaggio da cui si fa fatica a staccarsi una volta terminata la lettura.
Attorno alla protagonista ruotano altre figure e altre storie, come quella del marito Philippe Toussaint, che la abbandona da un giorno all’altro facendo perdere le tracce di sé, dell’anziano Sasha, anche lui guardiano di cimitero, capace con la sua amicizia di restituire a Violette la voglia di vivere, degli amanti Irène e Gabriel la cui storia finisce per coinvolgere anche Violette, di padre Cédric, il parroco che con la sua fede sofferta ma incrollabile diventa per Violette una figura quasi paterna.
Tutti i personaggi devono fare in qualche modo i conti la morte, che quindi diventa il grande tema del libro, insieme a quello della rinascita. La questione viene trattata con profondità e delicatezza, mettendo soprattutto in evidenza come l’amore tra le persone faccia sì che esse diventino parte le une delle altre, dando vita a un legame così profondo da essere più potente della morte.
Nell’ultima pagina del romanzo appaiono le parole della Prima Lettera di San Giovanni: «Noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita poiché amiamo i nostri fratelli. Chi non ama rimane nella morte». L’essere umano è fatto per la relazione e si compie solamente uscendo da se stesso per andare verso un altro. Cambiare l’acqua ai fiori sembra suggerire che solo qui c’è il vero superamento della morte.