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La stanza del destino
Romanzo breve ma intenso, si chiude il libro un senso di pesantezza sulle spalle e di sconforto nell'animo.
David è il protagonista del romanzo di Baldwin, un ragazzo americano che si rifugia a Parigi con l'illusione di scappare dalle sue paure più inconfessabili, con il desiderio di costruirsi un'identità stabile, ma inevitabilmente e inconsciamente finendo tra le braccia del suo incubo più grande.
Il romanzo, come lo stesso Baldwin dichiara "non parla tanto di omosessualità, ma di ciò che succede quando hai talmente tanta paura da finire con non l'essere più in grado di amare nessuno". David è attanagliato dal senso di colpa di essere quello che è, fugge lontano da casa pensando di mettere tra la sua prima esperienza omosessuale e il futuro una distanza tale da renderlo una persona diversa, ma non può che confermare i desideri più reconditi.
Parigi è la città della perdizione, delle libertà sfrenate e la speranza di David di potersi costruire una vita normale, con una donna qualunque, capace di dargli figli e stabilità si dissolve non appena incontra lo sguardo di Giovanni, un barista italiano trapiantato nella vita parigina, squattrinato e gioioso. L'incontro sarà fatale e l'entrata nella stanza di Giovanni indelebile sulla pelle di David, una scelta irreversibile.
La storia è dolorosa, tormentata e si comprende chiaramente il contrasto che si anima all'interno del protagonista, diviso tra la volontà di dare alla sua vita un'impronta di normalità e di sicurezza e dall'altra parte il richiamo del corpo, del desiderio.
"Pensai: se non apro subito la porta ed esco da qui, sono perduto. Ma sapevo che non ci sarei riuscito, sapevo che era troppo tardi; presto sarebbe stato troppo tardi per fare qualsiasi cosa se non gemere. [...] Ogni singola parte di me urlava 'no!', ma tutto di me disse a bassa voce 'sì'.
Ma non è solo la storia di David, sebbene sia la voce narrante e racconti il suo dramma cercando di scandagliare ogni aspetto della vicenda e di analizzare con lucidità le scelte e i sentimenti che lo hanno guidato; vi è anche la storia di Giovanni, un ragazzo con un passato difficile e un presente incerto, costretto ad abbassarsi a gesti vili per sopravvivere un giorno in più in una città che non ha pietà di nessuno.
Il romanzo di Baldwin è di una delicatezza estrema, riesce a toccare corde profonde e a mettere a nudo il senso di colpa, di vergogna e di impotenza che l'epoca passata faceva ricadere sull'omossesualità, una gogna che pesa sul collo di ciascun uomo che passeggia per la città francese cercando di dissimulare con la sfrontatezza il senso di ridicolo che lo perseguita e di affogare nell'alcol la consapevolezza che non è concessa alcuna felicità.
Ciononostante la vicenda non si discosta troppo dalle storie di omosessuali, uomini e donne, che circolavano allora, storie coraggiose, sì, ma con un finale quasi sempre scontato, ripetitivo, quello dalla morte, della denuncia, dell'autolesionismo, della carcerazione. "The price of salt" di Patricia Highsmith, romanzo di poco precedente alla pubblicazione de "La stanza di Giovanni" propone per la prima volta un finale diverso, azzarderei dire, lieto!
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