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Il malinteso
 
Il malinteso 2020-12-18 09:03:55 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    18 Dicembre, 2020
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Titolo fuorviante solo all'apparenza

"Il malinteso" è un romance relativamente breve, nonché la prima opera pubblicata ufficialmente dell'autrice franco-ucraina. Il titolo gioca sull'accostamento tra le incomprensioni sociali e quelle sentimentali in una travagliata relazione tra due amanti nella Parigi degli anni Venti.
La storia segue i punti di vista alternati dei due protagonisti. Da un lato abbiamo Yves, rampollo di una famiglia molto agiata, che ha visto sfumare la sua fortuna economica in seguito alla Grande Guerra,

«Yves Harteloup era nato nel 1890, in piena "fin de siècle", epoca benedetta, in cui a Parigi c'erano ancora uomini che potevano vivere senza lavorare, in cui si era perversi con impegno e viziosi con orgoglio, [...].»

oltre ad aver patito anche diverse ferite come soldato impiegato al fronte; Yves è rassegnato a doversi adattare ad un tedioso lavoro d'ufficio, ma è privo di ogni ambizione e ancora fatica a perdere i dispendiosi vizi di un tempo. L'altra faccia del romanzo è quella della giovane ed avvenente Denise, sposata con un conoscente di Yves da subito rimane colpita dall'uomo -incontrato durante una vacanza estiva- tanto da essere profondamente turbata ogniqualvolta lui la trascura per un paio di giorni.
L'intero volume ruota attorno al rapporto tra i protagonisti, che passano da un'iniziale attrazione limitata al piano fisico,

«L'amore... più che altro una breve avventura nella quale avrebbe lasciato il cuore mentre l'altro avrebbe appagato solo la sua vanità, il suo desiderio. [...] Come ogni uomo, le avrebbe fatto la corte per ventiquattr'ore, e poi, la sera, sarebbe venuto a bussare alla sua porta, [...].»

ad un amore allo stesso tempo generoso ed egoista da entrambe le parti: Denise dimostra uno sconfinato affetto ma pretende continue dimostrazioni d'amore, Yves rinuncia ad una vantaggiosa offerta lavorativa per rimanerle vicino eppure non trova mai il coraggio di parlare con franchezza dei suoi problemi.
E proprio sull'incapacità di comunicare di questa coppia si focalizza la maggior parte del romanzo. Yves e Denise vivono due esistenze troppo diverse per arrivare anche solo a comprendere le esigenze l'uno dell'altra,

«Capiva di aver ferito profondamente il suo orgoglio, di avergli maldestramente ricordato che era povero (come se la vita non lo facesse abbastanza!). Ma non era colpa sua: aveva agito senza riflettere; non riusciva a capacitarsi che per qualcuno anche due miserabili biglietti da cento franchi fossero una somma considerevole...»

nonostante gli sforzi fatti ed i consigli di alcuni personaggi secondari.
Oltre a questo tema principale, la Némirovsky si ritaglia qualche piccolo spazio per puntare l'attenzione su altre problematiche, come l'abissale differenza tra la generazione dei protagonisti e quella dei loro genitori,

«Per amare come loro ci vuole tempo libero, ricchezza... e poi, erano così felici... la loro vita era tranquilla, sicura, comoda, gioiosa... loro avevano bisogno di emozioni, mentre noi abbiamo solo bisogno di riposo.»

separate in modo indelebile dal conflitto mondiale che ha stravolto le abitudini di vita di tutti. E di guerra si parla anche attraverso gli occhi di Yves, che ha vissuto in prima persona l'esperienza e, in un passaggio breve ma indubbiamente intenso a livello emotivo, analizza cosa provi chi combatte al fronte una volta tornato alla vita civile.

«Ma il tempo passava e "quella cosa" rimaneva, [...] quella specie di amara ostilità verso gli altri, verso tutti quelli che non hanno sofferto, che non hanno visto.»

Oltre ai protagonisti, il resto del cast è abbastanza dimenticabile, con dei ruoli prestabiliti che limitano le loro azioni. Possiamo però vedere già qui alcune delle figure ricorrenti nell'opera dell'autrice, come l'ebreo avaro e la madre scostante, che antepone i suoi desideri al bene dei figli.
Lo stile dell'autrice è indubbiamente l'elemento che mi ha colpito di più, fin dalle prime pagine: l'ho trovato impeccabile soprattutto nelle parti descrittive, nelle quali riesce a creare delle immagini poetiche ma non eccessivamente complesse,

«Yves accostò le tende, che di colpo proiettarono sul pavimento i complicati motivi dei loro merletti come a formare un leggero tappeto, ondeggiante e delicato, il cui disegno mutava ogni volta che venivano mosse da un soffio di brezza marina.»

che risultano così facilmente visualizzabili dal lettore.
L'edizione Newton Compton per una volta non mi ha fatto sospirare, anzi ho trovato l'introduzione interessante e davvero utile per chi si approccia alla Némirovsky per la prima volta.


NB: Libro letto nell'edizione Newton Compton

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