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Tra parentesi, una camelia.
"Come facciamo presto, dall'apparenza e dalla posizione, a trarre conclusioni sull'intelligenza di tutti gli esseri".
Bassa, brutta, grassottella, sempre educata, consapevole di non essere amata ma tollerata perché "corrispondo fedelmente al paradigma della portinaia forgiato dal comune sentire": Madame Michel, Renée, è, da ventisette anni, lì nella guardiola del lussuoso palazzo al numero 7 di rue de Grenelle, a Parigi.
Ma com'è una portinaia secondo "il comune sentire"? Per certo non può leggere Marx né Husserl, o avere interesse per opere di storia e di letteratura (soprattutto letteratura russa), per la cultura giapponese, il cinema e l'arte; e se per il "comune sentire" non sorprende che una portinaia scambi un incunabolo per "qualcosa di scabroso", non altrettanto normale è che chiuda la porta in faccia alla ricca e saccente di turno ("Questa poi, è il colmo!"), che però bussa alla guardiola un'ora prima dell'orario di apertura, o che si astenga dall'annaffiare le piante, anche se è domenica.
Renée (con la sua attitudine alla filosofia -materia di cui l'autrice è stata docente - che proprio non riesco a condividere, mi ha reso un po' pesante la lettura di alcune pagine) ci tiene a "rimanere discreta", a tenere celata la sua identità di colta autodidatta, e può di certo stare tranquilla: quando, incauta, con quel suo "modo strampalato" cita al giovane Antoine Pallières "L'ideologia tedesca", a proteggerla c'è la "forza di pregiudizi millenari" a cui il Pallières non sfugge; lì nel palazzo i ricchi (eccetto qualcuno), troppo pieni della convinzione che "la loro vita segue un solco celeste scavato naturalmente per loro dal potere del denaro", la conoscono sì, "ma non l'hanno mai vista" per cui come potrebbero cogliere ciò che lei da tempo ha racchiuso nella sua "interiorità inaccessibile a chiunque"?
Anche la dodicenne Paloma, che vive nello stesso stabile, in uno dei suoi lussuosi appartamenti, ha un'interiorità di cui nessuno si accorge. Suo padre è un ricco politico, sua madre "si è letta l'opera omnia di Balzac e cita Flaubert a tutte le cene" ma vede la vita come "una serie di azioni esorcizzanti... che danno una breve illusione di sicurezza", sua sorella Colombe pensa che lei sia un'idiota. Consapevole della sua ''intelligenza addirittura eccezionale" nonché di essere, rispetto agli adulti, "molto più furba della maggior parte di loro", Paloma non condivide il modo di vivere e vedere il mondo né dei genitori né della sorella, lei da grande "nella boccia dei pesci rossi" non vuole finirci. Lei (la cui sensibilità ci sta, ma la cui genialità e lucidità di critica mi sembrano po' eccessive per i suoi dodici anni) capisce quando qualcuno è "uno cattivo sul serio", osservando ciò che succede intorno a lei, sa scorgere l'intelligenza dietro un'apparente stupidità. Il suo malessere la porta a meditare di suicidarsi nel giorno del suo tredicesimo compleanno.
L'asimmetria per età, condizione sociale e vissuto non impediscono l'amicizia tra Renée e Paloma, possibile grazie all'arrivo di Monsieur Ozu.
"Si direbbe che voglia essere smascherata".
Monsieur Ozu. Il senso e la bellezza del libro, per me, risiedono in lui: uomo "piuttosto basso, magro, il viso rugoso ma ben delineato. Tutta la sua persona trasuda benevolenza, ma avverto anche decisione, allegria e una bella determinazione". Monsieur Ozu, ricco sì pure lui, "che cerca le persone e che vede oltre", scorge i dettagli, e si fa strada verso quell'interiorità che, poggiando su un'antica paura, per Madame Michel è divenuta nel tempo rifugio (e anche un po' prigione). Perché Renée con suo marito Lucien è stata felice, alla sua amica Manuela affiderebbe la sua vita, ma "affidare la propria vita a qualcuno non è la stessa cosa che aprire il proprio animo".
Chiudersi a riccio è difesa, bisogno, assenza di attese, ma quell' "insaputo" prima o poi trova il modo di percorrere la sua strada in noi per trasformare, a suo tempo, quell' "interiorità inaccessibile a chiunque" in porta che si (ri)apre alla ricerca del proprio, personale "istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso".
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