Dettagli Recensione
"Finché si è vivi [...] niente è definitivo."
«Non andartene, docile, in quella buona notte: ma non è ancora notte, santo cielo! Non è neanche l’ora del tè. Combatti per la tua vita. Combatti per il tuo matrimonio. Combatti per il tuo lavoro. Combatti per essere meno infelice, cavolo!»
Tom e Louise sono in una profonda crisi coniugale. La molla che ha fatto scatenare il tutto è stato il tradimento di lei ma in verità la crepa che ha solcato il loro legame ha radici più profonde e antiche. Che fare? Separarsi definitivamente o riprovarci magari rivolgendosi a un consulente matrimoniale? Dalla scelta di questa seconda opzione hanno inizio una serie di incontri al bar fatti di serrati dibattiti fatti di pungenti dialoghi e da osservazioni costanti di un’altra coppia che scrociano volta volta e sulla quale fantasticano le vicissitudini. È tramite l’osservazione e il dialogo che riconsiderano quelli che sono i contenuti di quel rapporto che li ha portati ad essere sposati. Tuttavia, sono cresciuti in modo diverso, i due. Diverso come diversa è la loro visione del mondo e così come diversa è la loro condizione lavorativa e sociale. Diverso come la loro opinione sul sesso e su quella consapevolezza/inconsapevolezza della noia sessuale. Ma cosa vogliono realmente? Cosa fare di quel matrimonio? Quale strada intraprendere? Si può tornare indietro nel tempo? Si può tornare al passato? Si può ricucire la ferita?
«Il problema» prosegue lui «è che il matrimonio è come un computer. Lo puoi smontare per vedere che cosa c’è dentro, ma poi ti ritrovi con un milione di pezzi»
“Lo stato dell’unione” è un elaborato rapido, incalzante, fluido, uno di quei titoli che si leggono tutto d’un fiato in nemmeno un’ora ma che lasciano il segno nella loro piccola mole e gran contenuto. È uno scritto che sa far sorridere, che sa trasmettere quel pizzico di malinconia, che lascia anche quel pizzico di amarezza e di consapevolezza sui legami, gli affetti, i rapporti, il vivere quotidiano nel bene e nel male di anime che si sono scelte. È uno volume che con tono ironico affronta la stanchezza e le insoddisfazioni ma anche le difficoltà di comunicazione tra coniugi quando il rapporto è involuto o semplicemente ha raggiunto un punto di non ritorno.
Ma è anche un componimento con un finale aperto, un finale volutamente da scrivere. Perché forse è possibile ritrovare la strada, da soli o in coppia, in separazione o in matrimonio, ma pur sempre la propria strada.
«Perché vuol dire che non si è ancora arresa?»
«Esatto. Dimostra che finché si è vivi si è aperti alle novità. Niente è definitivo. Questo mi piace.»