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Padre e figlio
«Ricordati che le cose che ti entrano in testa poi ci restano per sempre, gli disse. Forse dovresti rifletterci.»
Un padre e un figlio, un luogo chiamato Terra ormai disastrato e lasciato completamente a se stesso, un luogo dove regna la violenza e dove è venuto meno qualsiasi ordine precostituito e ogni forma di legge, un luogo dove devi stare in guardia dalla tua stessa ombra perché quei pensieri che ti si affacciano in mente possono essere i tuoi peggiori nemici nonché coloro che possono portarti alla fine della tua esistenza. Perché hai quegli ultimi due proiettili, lei il suo lo ha già usato e tu sei solo con quel piccolo te ormai ridotto a pelle e ossa. La vostra meta, il sud. Il pericolo di quei cattivi, dei non buoni. "Noi siamo ancora buoni, papà?"
«Dobbiamo cercare un altro po', disse. Dobbiamo continuare a cercare
[...] Ok. È così che fanno i buoni. Continuano a provarci. Non si arrendono mai.»
Tante le domande che restano sospese, tante le risposte che non vengono trovate, tanti i tasselli del puzzle che trovano il loro posto per mezzo di una ricostruzione fatta di ricordi, dialoghi, pensieri che si susseguono. Perché è sin dalle prime pagine che il lettore si rende conto di trovarsi in una dimensione di non luogo, in un mondo che non riconosce, che non è il suo ma che potrebbe diventarlo da un momento all'altro. Con pochi semplici passi è trasportato in un universo che giunge con tutta la sua forza grazie a un linguaggio evocativo che vince nella sua semplicità e nel suo essere scarno.
Le stesse ambientazioni sono percepite con grande intensità proprio grazie a questo minimalismo soltanto apparente. Il desiderio di sopravvivenza, di andare avanti è una costante che si dipinge nel cuore e nell'anima del conoscitore e che mai lo abbandona.
Ecco perché "La strada" è un titolo che va gustato poco alla volta, che va fatto proprio, che sorprende e che scuote, che emoziona, che impaurisce, che muove le fila dell'io più intimo e radicato. Ecco perché "La strada" è uno di quei romanzi che arrivano durante la lettura ma che soprattutto restano dopo questa, perché tu lettore sei chiamato a interrogarti su quegli interrogativi che essa ha sollevato e che non sempre trovano risposta e ancora meno immediata. Un titolo che merita di essere letto e riletto.
«Ma quando si chinò a guardarlo in faccia sotto il cappuccio formato dalla coperta temette seriamente che qualcosa fosse andato perso, e che sarebbe stato impossibile riparare il danno.»
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Commenti
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Però... però, da come l'hai descritto è pure molto intrigante. Mi hai tentato.
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