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Oltre quel velo dipinto
"Non sollevare quel velo dipinto, quel che i viventi chiamano Vita". Percy B. Shelley
Quando mi sono decisa ad iniziare questo romanzo, trovare sulla prima pagina una citazione del sonetto del mio poeta preferito ad accogliermi è stata una sorpresa. Mi aveva sempre affascinata il titolo di questo libro ma non ero mai arrivata a collegarlo con la poesia e quindi con un suo significato nascosto. Il titolo del romanzo contiene già in sè tutti i significati che l’autore attraverso la sua storia vuole trasmetterci, basta solo saperlo leggere e interpretare personalmente. Il velo rappresenta un’illusione, una convinzione, qualcosa che filtra la realtà e influenza il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Ognuno di noi lo dipinge con i propri colori e lo sovrappone alla vita.
E così accade a Kitty, la protagonista del romanzo, che per non deludere le aspettative della madre sposa Walter Fane, un batteriologo, un uomo intelligente ma noioso, che non condivide i suoi interessi, un uomo che non ama. Kitty aveva vent’anni, apparteneva all’alta borghesia londinese dei primi anni venti ed era avvolta da un ambiente superficiale. Era una ragazza sciocca, viziata e frivola che cercava di farsi notare in società e di divertirsi ai balli. Dopo tutte le richieste di matrimonio rifiutate, Kitty sorprende anche sè stessa accettando la proposta di quell’uomo che parlava così poco, che appariva così chiuso in sè stesso e per nulla espansivo. A Walter non importava che Kitty non l’amasse, sapeva che l’aveva sposato solo per convenienza, gli era sufficiente il suo di amore e non si faceva illusioni di essere ricambiato, era grato che gli fosse concesso di amarla e per la sua incantevole presenza. È bastato poco a Kitty perchè si innamorasse di Charlie Townsend, l’uomo più popolare di Hong Kong con cui inizia una relazione segreta per provare emozioni che il marito non era in grado di offrirle. Ma quando Walter lo scopre, cambia tutto. A Mei-tan-fu devasta il colera, per quale motivo Walter porta la moglie in un luogo dove domina la morte? È per vendicarsi, perchè desidera la sua morte o quale altra macchinazione si cela in quella mente così astrusa? In questa città tutte le certezze di Kitty vacillano, la realtà assume un aspetto totalmente differente da come era abituata a vederla. Ma Kitty intraprendendo questo viaggio non si è spostata in un altro pianeta o in un altro tempo, è pur sempre sè stessa e ripensa alla sua vita passata, alla poca importanza delle sue vicende rispetto all’impegno, alla sollecitudine e alla fede con cui le suore del convento cercano di salvare le vite dei malati. Quello che è certo è che al suo ritorno la vita per Kitty ha assunto dei colori nuovi, ora conosce nuovi aspetti di sè stessa e ha capito ciò che desidera essere.
Un romanzo delicato, elegante, raffinato, introspettivo e di crescita personale. Un romanzo sui sentimenti, sulle incomprensioni, sulle barriere che imponiamo agli altri e sul valore della vita. Una storia che seduce a poco a poco e con la quale ho incontrato un’affinità particolare. Senti di avere il coraggio di sbirciare anche tu oltre quel velo dipinto?
“Tutto passava, e quale traccia restava del passaggio? Sembrava a Kitty che tutti loro, il genere umano, fossero come le gocce d'acqua di quel fiume e corressero, flutto anonimo, al mare, ognuno così vicino all'altro e tuttavia così separato. Poiché le cose duravano un tempo così breve e niente contava granché, era triste che gli uomini, annettendo un'importanza assurda a cose insignificanti, rendessero sé stessi e gli altri tanto infelici”
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Commenti
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Una stessa storia, per quanto possa essere amata da una persona, non può certo piacere a tutti. Non tutti abbiamo la stessa sensibilità, ci troviamo in diversi momenti della nostra vita e cerchiamo cose diverse.
Comunque ho già in programma di leggere un altro libro dell'autore!
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