Dettagli Recensione
Giustizia privata
Frank Brill, ex giornalista a cui è stato diagnosticato un male incurabile, è un sessantenne con una aspettativa di vita di soli sei mesi, senza più una famiglia, tre mogli e due figli scomparsi tragicamente, nessun motivo per continuare a vivere, sperare, sentirsi amato.
Un uomo arrabbiato non a causa della propria malattia, consumato dal rimpianto per tutto quello che non è stato e che avrebbe potuto essere, felice di avere le ore contate.
Che cosa gli resta se non il proprio risentimento, un presente invivibile e un futuro impossibile tra scorci di azioni e reazioni, drammi esito di destino e superficialità pregresse?
In America i tempi sono definitivamente mutati, in un futuro prossimo, il 2026, Ivanka Trump è il nuovo presidente, meno ferocemente esposta e più liberal del famigerato padre, ritiratosi in una quiete dorata a godersi i privilegi acquisiti.
Quanto è complicato, per non dire impossibile, vivere in questa nazione, armi ovunque, portate ventiquattro ore al giorno, stragi ripetute di innocenti, l’ aborto illegale, la stampa severamente censurata, le manifestazioni anche, immagini che riprendono la violenza delle autorità poste sotto sequestro, l’ odio razziale e antimigratorio imperversa, decine di supermercati sull’orlo del fallimento riqualificati a centri di detenzione per migliaia di immigrati, un solido muro a separare dal Messico.
Un quotidiano intollerante e intollerabile, il trumpismo filosofia dominante, regno di un sovranismo ingiustificato, menti corrose e accecate da una delirante tirannia populista, una capovolta visione dei fatti che osteggia la diversità, gli oppositori accusati di qualunquismo e propaganda comunista.
Frank e’ stanco di vivere, porta con se’ una lista di cinque nomi, persone da eliminare per quello che hanno rappresentato, causa degli eventi funesti del proprio passato e male assoluto per la nazione. Una vendetta senza appello a titolo personale per un ex alcolista che non ha più nulla da perdere, e da nascondere, se non un piano costruito meticolosamente da una mente deragliata, eppure tremendamente lucida.
Un uomo solo inseguito dalle proprie ossessioni, che parla e non viene ascoltato, che riflette su come ciò sia potuto accadere, giorno dopo giorno, risvegliandosi una mattina in un luogo dove l’impensabile si è fatto possibile, fattibile, cieca routine.
È tardi per sottrarsi al peggio, la bomba è scoppiata, gli accadimenti declinano velocemente in fatti cruenti, inseguendo una giustizia privata, un cittadino onesto e mansueto trasformato in un famigerato e irrefrenabile killer, tormentato dal rimpianto di giorni che potevano essere altro, da rabbia e senso di colpa per avere contribuito al disastro del presente, oltre ogni incastro fortuito e personale manchevolezza, se solo anni prima avesse votato diversamente.
Una satira politico-sociale che devia in un thriller crudo e violento, travolto dalla propria efferatezza, piuttosto veloce nel suo compimento e privo di suspance, una caustica analisi del passato e del presente ( il nostro futuro prossimo ) laddove odio, indifferenza, egoismo e bestialità imperversano oltre solitudini abbandonate a se’ stesse.
Un racconto dai toni feroci, uno spaccato di reale che denuncia e rappresenta un futuro preventivato e preventivabile, alla luce di quello che stava accadendo. Niven nuova Cassandra o semplice cronista di fatti sotto gli occhi di tutti?
Di certo il protagonista si è convertito alla scelta peggiore, un’ idea di giustizia privata per un futuro che pare già scritto, con radici solide e lontane che riconosciamo anche altrove, circondati da un’ evidente e reiterata assenza politico-culturale, da un non essere nutrito di particolarismi e disumanità, da slogan efferati e odio a prescindere, da qualunquismo e pressapochismo eletti a quotidianità ...
Quale la soluzione, possibile e non tardiva?
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