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Incendi
 
Incendi 2020-09-10 13:52:37 68
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68 Opinione inserita da 68    10 Settembre, 2020
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Crescere




Un sedicenne catapultato a Great Falls, nel Montana, una famiglia dove tutto pare reciso, bruciato dagli incendi che nell’estate del 1960 colpiscono i monti a ovest della città e da un legame matrimoniale irrimediabilmente dissolto.
Come può un adolescente guardare alla vita nella certezza che gli accadimenti devino dal proprio mondo, chiedendosi se vi sia un ordine e un disegno o se le cose accadono e basta, auspicando il perdono, il ricongiungimento famigliare, il ritorno alla quiete pregressa per un destino tutto da compiersi?
La verità, come spesso accade, insegue gli accadimenti, sta all’ interno del reale, e il proprio acerbo sentire, insieme a speranze svanite, ha l’amaro sapore della sconfitta.
Tutto oggi è come non dovrebbe, un padre che ha perso il lavoro e ben presto smette di cercarlo per scomparire una sera di settembre, diretto a spegnere un incendio sconfinato, una madre stanca della vita, intrappolata in se stessa, alla ricerca di un impiego e affamata di nuovi sentimenti, un senso di vuoto e di solitudine cucito addosso.
Dove è finita quella porzione di felicità che a Great Falls si pensava di raggiungere, quella sensazione che tutto potesse finire bene, e la propria quiete domestica?
Tutto riporta a una verità scritta in un recente passato, una famiglia che non si è mai curata molto di altro, impegnata a inseguire la felicità individuale.
Ma forse le cose semplicemente succedono in un mondo che sta cambiando rapidamente e il ragazzo è contento dell’ assenza del padre, sperando che tutto finisca prima che egli ritorni e scopra la dissolvenza famigliare.
Il figlio si sente una spia, un essere vuoto e non risoluto, incapace di fare succedere alcunché, per un attimo vorrebbe essere morto, anzi che lo fossero tutti e tre, con l’ impressione che la parte migliore della propria vita sia ormai passata e che un’altra fase sta per cominciare.

....” ci sono certe parole, parole importanti, che non si vogliono dire, parole che rendono conto di vite rovinate, parole che cercano di riaggiustare qualcosa che si è spezzato, qualcosa che non avrebbe dovuto spezzarsi e che comunque le parole non riescono a riaggiustare “...

Il ragazzo non sa cosa è giusto e cosa sbagliato, vive in un limbo alimentato dalle preoccupazioni altrui, ha deciso di fuggire dal presente ma si accorge che è impossibile, i genitori ancora uniti in un modo che non riuscirebbe a cambiare e lui è troppo giovane.
Great Falls è una città dove continuare a sentirsi estranei, non resta che riflettere su certe cose della propria vita, sul punto a cui sono arrivate, in un rimescolio rivolto al passato senza la volontà di migliorare il presente.
Investiti dalla sensazione che qualcosa sia morto per sempre, la vita di coppia riprenderà per molti anni a venire, in una solitudine condivisa, anche se incomprensibile, agli occhi di chi molto presto se ne andrà.
Un romanzo intriso di realismo, crudelmente esposto ai fatti, con una voce interiorizzata nella elaborazione personale di un lutto privato ( la disgregazione del nucleo famigliare ) visto con gli occhi di un adolescente che vorrebbe preservare il proprio diritto alla vita e alla felicità, circondato da un mondo adulto assente e precocemente disilluso, intriso di individualismo.
Il dialogo è aperto, la risoluzione lontana, sempre che di risoluzione si tratti, il soffio della vita riporta il treno sui binari di una routine condivisa, all’apparenza, o definitivamente lontana, accettando quello che inevitabilmente e’ e sarà, pur inseguendo altrove i propri desideri, come e’ giusto che sia.
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Commenti

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Gianni, non ho mai letto il celebre autore. Dalla tua bella presentazione deduco si tratti di uno scrittore interessante. Presumo che questo non sia il suo libro migliore. O mi sbaglio?
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