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The dark side of USA
2026: partendo da eventi attuali, Niven delinea un futuro distopico inquietamente avverabile, avente le radici proprio nel nostro presente. Utilizzando il linguaggio tipico del genere thriller, cadenzato, capace di creare suspense e di coinvolgere nella lettura, Niven architetta una trama in cui distopia e satira politica sono perfettamente coniugate: Donald Trump, dopo aver ottenuto il secondo mandato nelle elezioni del 2020, sarà seguito nella carica di presidente da sua figlia Ivanka, impegnata a tenere in auge l’ideologia del padre (seppur in maniera più tenue), ormai divenuta l’ideologia della nazione intera. Negli USA a governare è l’odio in tutte le sue sfaccettature: i militari marciano anacronisticamente nelle città, il muro con il Messico è quasi portato a termine e si cercano ossessivamente gli immigrati messicani, il rapporto con la Corea del Nord si è inasprito e la nazione è stata rasa al suolo dai bombardamenti nucleari mentre i Trump pensano già a come annetterla ai territori americani per espandere i domini anche in Oriente.
All’interno di questo universo, il nostro punto di vista segue Frank Brill, un uomo che ha perso tutto: tre mogli, due figli e, a breve, anche la sua vita giungerà alla conclusione per via del cancro. Privato del futuro, il suo unico obiettivo è cercare vendetta su chi ha distrutto il suo passato, stilando la sua “Lista degli Stronzi” da uccidere, contenente i nomi di chi ha contribuito a portare allo sfacelo la sua vita ma anche l’intera nazione. Inevitabilmente, in cima alla lista è presente proprio l’ex-presidente Donald J. Trump.
I delitti di Frank sono intervallati dalla descrizione del mondo circostante e di una nazione con gli ideali alla deriva, avvolta nell’apatia e nella totale indifferenza. Nessuno sembra interessato ai diritti delle donne sull’aborto, alla semplicità dell’acquisto delle armi da fuoco, le quali ora non sono nemmeno registrate, con la conseguenza che le sparatorie e le stragi sono all’ordine del giorno. Nel romanzo non è presente una minima favilla di possibilità di cambiamento o di rivolta, tutti accettano, come sedati, questi sconvolgimenti della quotidianità, spesso, anzi, facendosi trasportare dall’entusiasmo degli estremisti che vogliono un’America totalmente “bianca e pulita”.
“Accadeva piano piano, giorno per giorno, finché una mattina non ti svegliavi e ti ritrovavi in un posto dove l’impensabile era diventato pensabile, poi era diventato fattibile e infine era diventato routine”
Quello di Niven è un monito rivolto anche ai cittadini del presente: se si è giunti ad una situazione simile ognuno deve essere ritenuto colpevole, persino lo stesso Frank Brill ammettendo di aver votato Trump (non credendo nella sua ideologia, ma più per fare un dispetto alla Clinton) e non trovando mai le forze per opporsi, piegandosi all’ideologia dominante e all'odio dilagante, ha contribuito alla formazione di un tale futuro.