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Legami
Presente, passato, futuro. Norvegia, una eredità da suddividere in quattro, una ingiustizia che esperienza insegna non mancare mai quando si parla di argomenti così delicati. Bergliot è la protagonista di quest’opera intensa e profonda che focalizza l’attenzione proprio su questa realtà fatta di annientamento che adesso deve essere capovolta e riportata alla luce con tutte le sue contraddizioni.
I rapporti sono ormai slegati e sregolati tra queste coppie di figli tra loro equidistanti. Bergliot e Bard da un lato sono separati da un’assenza che pesa come il più pesante dei fardelli, Astrid e Asa, sono al contrario sono rette dal sentimento della premura.
Il tutto si snoda in un continuo riportare alla luce una memoria dolorosa, fatta di perdite, delusioni, frammenti di una realtà distrutta. L’apparenza esterna è quella di una realtà composta da una famiglia eufonica in cui soltanto due figli sono riconosciuti, in verità questa cela una frattura che non potrà mai essere rinsaldata. La vita scorre rapida e con essa il tempo. A regnare indiscussa è la solitudine. Una solitudine che intride le pagine e che non può essere colmata. Le radici sono state strappate, l’appartenenza è perduta. Dolore e rabbia si fondono tra loro e non riescono ad andare oltre quel che è rimasto in sospeso.
Un equilibrio che per quanto cercato non può essere trovato perché troppe sono le questioni irrisolte e mai affrontate.
Un libro che trasuda di affetti mancati e venuti meno, un titolo che porta il lettore ad interrogarsi sulla famiglia e su tutte quelle problematiche ivi sottese. Un romanzo che suscita empatia e non lascia indifferenti.