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Tormento ed estasi
Una biografia, il racconto di un’ amicizia, la fuga da un reale insopportabile, in parte da se stessi, la gioia di vivere, il potere del talento, l’ indefinibile legame tra arte e vita.
Questi sono i tormenti del celebre pianista Youri Egorov narrati da Jan Brokken, per anni suo amico e vicino di casa, una storia romanzata che riesce nel proprio intento, rivivere il flusso inarrestabile di un talento musicale unico inseguito dalla propria fragilità, cittadino del mondo ed esiliato per sempre, in un tempo difficile per chi è nato in una terra retrograda che perseguita una inclinazione sessuale indichiarabile.
Youri morirà ancora giovane, malato di AIDS, sottoposto a eutanasia, abbandonato dagli amici più cari, omaggiato dai colleghi, perché se in nessun altro paese al mondo gli artisti vengono perseguitati sistematicamente come in URSS, in nessun altro luogo si sono uniti con tanta forza, elevando un fronte comune contro disprezzo e indifferenza.
Per Brokken sarà un’ attrazione fatale nata nel corso di una esibizione, un incontro con il talento, la progressiva conoscenza a rafforzare una simpatia immediata.
Youri è un uomo timido, che parla piano e non si da’ arie da divo, che non perde mai il sorriso e possiede impressionanti conoscenze musicali, un artista che non vuole sacrificare tutto alla carriera, innamorato della vita.
Amsterdam sembra un approdo sicuro, una citta’ che offre anarchia, libertà, benessere e apprezzamento, apparentemente un salto nel buio, ma egli vi approda in un periodo fecondo, la fine degli anni ‘70, agli albori di una primavera culturale, una fase in cui la città ha il suo teatro dell’ Opera e un flusso vitale divenuto un mix di profondità e di leggerezza come nella San Pietroburgo di fine ‘800.
Per Youri ragione e sentimento saranno indiscutibilmente legati, vivendo molte vite apparentemente disarmoniche, ma dopo otto anni non e’ ancora riuscito a ottenere la cittadinanza olandese e decide di trasferirsi a Montecarlo avendo considerato l’America un luogo raccapricciante e superficiale.
Tornato in Olanda gli mancherà la madrepatria, come a gran parte degli artisti russi, una terra in cui si ha la sensazione di poterci scomparire, un paese barbaro con un popolo barbaro perennemente in lotta con se stesso, un gigante con una intensità rara.
Eppure Jouri vivrà un rapporto faticoso con la Russia, un destino, un mistero, un legame non ancora chiarito al termine della vita, cittadino del mondo ed eterno straniero, mai una primadonna, con un palpabile senso di abbattimento e transitorietà.
Investito da una sublime espressione poetica, si farà’ reinventore di musica, artista in grado di restituire nuova linfa a note morte, di interagire con il pubblico per creare qualcosa di indimenticabile.
Per contro eleverà l’ozio ad arte, per anni bevendo troppo, fumando troppo, dormendo troppo poco, un privato in cui sentirsi terribilmente insicuro, bloccato dalla paura, tormentato dai sensi di colpa dopo il prematuro abbandono della famiglia, vicino a una donna che non potrà mai amare, con una gestione assai discutibile del proprio patrimonio da parte di terzi.
Jan Brokken ci restituisce la sublime, tormentata e breve storia di un uomo geniale, pervaso di inesplorabilita’ e abissi del profondo, un puzzle composito con un’aura di veridicità, una biografia romanzata ricostruita dall’ interno, accompagnandoci in una forte sensazione di sofferenza e unicità, di empatia e vicinanza sentimentale, i tormentati esiti di una genialità inespressa inciampata nella complessità incomprensibile della storia e della vita.
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Su questo libro mi attesterei anch'io selle 4 stellette. Non mi ha entusiasmato come altri libri dell'autore, "Anime baltiche" primo fra tutti. Anche "Il giardino dei cosacchi mi è assai piaciuto. Penso si tratti di uno dei migliori scrittori della nostra contemporaneità.
Ora mi piacerebbe leggere "Bagliori di San Pietroburgo" .