Dettagli Recensione
Ogni foglia è una bocca
Nata povera in Messico, la mamma disse che non voleva figlie stupide, costrette a costruire ramazze di legnetti per sempre. Leonora e le sorelle prepararono il loro magro bagaglio avvolto in un maglioncino, dirette al Convento di Santa Cecilia. Raccomandò loro: imparate a pregare e a dire sempre di Sì.
Fu così che Leonora si impegnò, imparò a pregare e a dire sempre Sì, per tutto il resto della sua vita.
Come ogni storia vera fatta di bugie, le verità che essa trattiene non sono meno dolorose delle menzogne.
Il racconto presenta una trama trita e ritrita, questo implica necessariamente che l’autore permetta l’emersione della vicenda con apposite strategie o virtuosismi. Jennifer Clement tenta con l’originalità, intestando capitoli alternati con due titoli che si ripropongono, a seconda di quale sia l’io narrante. Inserisce nel testo salmi e pensieri, canzoni e poesie scritte in corsivo. Trattasi di elaborazioni della forma che movimentano un testo per cui francamente ho provato poca empatia.
…E venne la bimba indio
che finì in collegio
che la signora ricca volle come domestica
e poi gli abusi
che alla fiera mio padre comprò…
Storia triste dai graziosi personaggi femminili, penna poco incisiva e penalizzante l’incapacità di trascendere una sufficienza tirata per i capelli.