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Arrivederci amore, ciao
“M’innamorai di una palma, nell’aiuola del crepuscolo.”
Il grande sertao e’ terra arida, è terra florida. E’una pianura rovente e deserta che rigetta calore da burroni profondi come l’inferno, poi all’improvviso un fiume grandioso, le cascate cantano ed i pappagalli lo sorvolano gridando il nome dei suoi colori. Fiori sublimi di rossi e di viola, stormi di sparvieri, tartarughe e vipere e la notte lucciole a migliaia, l’erba verde un tappeto luminoso. Il sertao e’ spazio immenso senza confine, è solitudine, è tutta la certezza, è tutta l’incertezza.
Il grande sertao è per gli uomini l’attesa, e’ per tutti noi la vertigine.
“Non avevo paura. Quel che avevo era la stanchezza della speranza”.
Non concepisce il guerriero l’amore verso un altro soldato nelle regioni violente dell’entroterra brasiliano, dove fazioni di bravacci si sfidano a morte. Non può negarsi all’amore, colui che ama con l’anima.
Comanda il diavolo dove non dispone l’uomo? Vacilla alla domanda l’anziano capo. Albe di barbarie e crepuscoli di perdono, questa terra appartiene agli esseri umani, non al demonio.
Credete forse di potere camminare in terra d’Amazzonia con ai piedi sandaletti di strass? L’Amazzonia è l’umidità che occlude i pori fin quasi a soffocarti, insetti che ti riempiono di pustole e notti insonni, stivali di gomma fino al ginocchio per muovere passi su ininterrotti torrenti di fango. Poi fermo, madido di sudore, sgrani gli occhi e ti chiedi, sarà bellezza o un miracolo? Alzando lo sguardo tutto ciò che non vedi è la cima di una sequoia gigante. L’emozione, ecco colui che nella guerriglia racconta come amare con l’anima, anche negando l’amore più evidente.
Scritta negli anni Cinquanta, quest’opera di Guimaraes Rosa non parla di Amazzonia, ma è amazzonica. Faticosa, voluttuosa, indimenticabile, cavillo e poesia, ribolle parola su parola e ti si appiccica addosso come una seconda pelle di muschio vivo e brulicante di minuscole creature viventi.
Banditi e mandrie, catapecchie e fazende, incantesimo e preghiera, un’opera grandiosa nel panorama del realismo magico sudamericano. Maestosa narrazione priva di capitoli, a tratti schiaccia il lettore nella sua incapacità di ritagliarsi una pausa. Strabiliante nel finale, una volta terminato è complesso intraprendere la lettura di una qualsiasi narrativa piu’ convenzionale.
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Grazie del consiglio, avevo bisogno di incontrare Joao Guimaraes Rosa.
Condivido l'altissima valutazione. Si tratta di un capolavoro , con un linguaggio origina continuamente reinventato in modo meraviglioso, unitario eppur sempre diverso. Ogni frase, un'emozione.
Segnalazione eccellente :)
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