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Non ci siamo... Ad Hailsham
“Non Lasciarmi” racconta, in primis, una storia di amicizia e amore fra tre studenti che vivono in un collegio inglese, Hailsham, ubicato nella campagna inglese, in un luogo inaccessibile ai più.
Sia noi lettori, sia i protagonisti per una buona parte del libro, ignoriamo il motivo dell’esistenza di questo collegio. Poi, a poco a poco, si rivela un mondo diverso, distopico appunto, agghiacciante persino.
Purtroppo come immaginavo, non ho amato questo romanzo in maniera particolare, mi ha colpito negativamente dalle prime pagine con una scrittura lenta e incerta che si è ripresa un po' solo verso la fine. La rassegnazione dei protagonisti, quando si capisce cosa succede dopo la fine degli studi, con cui scelgono di accettare una volontá esterna, per me pesa sul libro come un pietra - quasi tombale.
Kathy, Tommy e Ruth non hanno genitori - almeno a noi non è dato di conoscerli, nemmeno nei ricordi dei ragazzi stessi e crescono insieme ai compagni, accuditi da questi tutori, che si occupano della loro educazione in tutto e per tutto.
Tutta la loro vita, è programmata da un'autorità superiore nascosta tipo Grande Fratello per capirci, ma è l'unico punto d'incontro con il capolavoro di Orwell.
Crescendo i ragazzi inizieranno a porsi delle domande, domande che ci poniamo anche noi che leggiamo: cosa ne sarà di loro? Che cosa significano le parole "donatore" e "assistente"? Perché i loro disegni e opere d'arte sono così importanti?
"Non lasciarmi" è un romanzo politico e visionario, dove viene messo in scena un tipico mondo distopico, dove il bene supremo è la cosa più importante e per cui si passa sopra ad ideali, calpestando senza pietà la vita di ragazzini inermi. Pensare fa pensare, questo poco ma sicuro, ma il racconto in sé stesso rimane talmente monotono per più di metà libro e la noia prende il sopravvento. Per esempio, in certi momenti avrei volentieri preso Kathy per le spalle e l'avrei strattonata per svegliare il suo pensiero sempre troppo riflessivo. Ruth invece era il contrappasso perfetto per l'immobilità di Kathy e Tommy la mina vagante che poteva esplodere in qualunque momento ma che l'autore preferisce far rimanere in silenzio succube delle due protagoniste femminili.
Come dicevo, solo verso la fine del libro con lo scopo Ishiguro tira le somme di tutta la storia, ma lo fa in una maniera troppo veloce come se volesse liberarsi di queste persone così ingombranti. L’effetto di questa velocizzazione è stato solo quello di rovinarmi un finale che tuttavia reputo commuovente e altamente malinconico.
Conoscevo la scrittura di Ishiguro, avendo provato a leggere senza riuscirci, "Quel che resta del giorno", quindi mea culpa in questo caso specifico, ma non posso dare più di 2 stelle e mezzo a questo libro che proprio non ho digerito.
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