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La schiuma dei giorni
 
La schiuma dei giorni 2020-07-23 16:03:57 topodibiblioteca
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topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    23 Luglio, 2020
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La magia di Vian

Ivano Fossati, nella prefazione al libro, precisa: “occorre sapere che è un libro in cui si parla con le nuvole, è il romanzo d’amore nel quale si muovono fianco a fianco Jean-Sol Partre…..e alcuni topi grigi pieni di dignità e indipendenza. Il tutto accompagnato dalla musica di Duke Elington”.
La schiuma dei giorni è un inno alla vita, all’amore vero che trionfa sempre e vale la pena di essere vissuto. Vian è stato un personaggio eclettico, scrittore ma anche musicista Jazz (e difatti il Jazz, la musica di Ellington, fanno da colonna sonora a questa storia). Vicino alla corrente dell’esistenzialismo che negli anni in cui scrisse il libro imperava, ha comunque saputo prenderne le distanze con la giusta dose di ironia, omaggiando allo stesso tempo Sartre attraverso un personaggio chiave di questo romanzo denominato Jean Sol Partre. Vian conduce il lettore in un mondo magico e surreale per raccontare dell’amore totalizzante tra il giovane Colin e la stupenda Chloé (guarda caso il titolo di una canzone del “Duca”):

“Chloé, vorrei sentire i tuoi seni sul mio petto, le mie due mani intrecciate su di te, le tue braccia attorno al mio collo, la tua testa profumata appoggiata nel cavo della mia spalla…”.

L'amore è una tematica centrale nel pensiero di Vian che per esaltare questo concetto si avvale di espedienti di sicuro effetto. Come ci suggerisce la copertina del libro le ambientazioni ed altri "personaggi di contorno" risentono positivamente di queste atmosfere idilliache. La casa in cui vive la giovane coppia infatti è una location dotata di una propria anima e vita, abitata anche da teneri topolini : “Il corridoio della cucina era luminoso, tutt’e due le pareti erano a vetri, e dietro ognuna splendeva un sole….I giochi dei soli sui rubinetti producevano effetti fiabeschi. I topi della cucina, cui piaceva molto ballare al ritmo dei colpi che i raggi di sole battevano sui rubinetti, correvano dietro alle bollicine formate dai raggi che si andavano a spegnere per terra…”.

Tuttavia l’autore è tutt’altro che un illuso sognatore perché la felicità che spesso trasuda da queste pagine è fortemente mitigata, se non addirittura contrastata, da un destino avverso che si frappone inevitabilmente al desiderio di amore eterno dei protagonisti. A testimonianza del fatto che persone e cose sono un corpo unico in questa storia, le difficoltà quotidiane saranno infatti sottolineate da un mutamento dell’ambientazione, con casa e topini che progressivamente si adatteranno alla nuova realtà, perdendo smalto e verve. Vian dimostra di essere un autore completo, non fuori dal tempo nonostante il forte surrealismo, e questo libro può altresì essere considerato come un’opera di denuncia verso storture già presenti nella società del tempo. Diventa infatti anche un’occasione per una critica piuttosto feroce al mondo del capitalismo, ad un sistema produttivo che a tratti ricorda certe assurdità burocratiche di stampo kafkiano, in cui si vive per lavorare piuttosto che lavorare per vivere. Le Istituzioni sono anch’esse oggetto di una satira pungente tanto per quanto riguarda uno Stato che dimostra di non avere scrupoli nel punire pesantemente i cittadini che non pagano le tasse, quanto per la Chiesa vista come un’organizzazione nella quale l’esercizio della misericordia e la qualità delle funzioni religiose sono direttamente proporzionali al denaro che si è disposti a offrire.

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Gabriele, non ho mai letto Vian. Lo pensavo diverso dall'immagine che viene fuori dal tuo bel commento.
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