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Revolutionary Road
 
Revolutionary Road 2020-07-23 14:14:27 Molly Bloom
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    23 Luglio, 2020
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Drammi silenziosi

(Contiene SPOILER)

Cosa si può chiedere di più da un libro come "Revolutionary Road"? Nulla, è semplicemente perfetto così. Avendo già visto anni fa il famoso film con Kate Winslet e Leonardo di Caprio - tra l'altro meravigliosa interpretazione - mi aveva lasciato l'erroneo pregiudizio di trovare il libro abbastanza confinato e schiacciato sotto la cupola della vita domestica soggiogata dal conformismo della società americana oltre che dai soliti problemi coniugali quali incomprensioni caratteriali e via dicendo. E invece no, perché mi sono ritrovata tra le mani una lettura di grande spessore e che va ad abbracciare molte più tematiche e lo fa attraverso numerosi frammenti descrittivi in cui fa dei veri e propri approfondimenti con una penna sapiente e chiara.

April e Frank, I Wheeler, sono i protagonisti di questo dramma ma anche le altre due coppie descritte, i Givings e i Chambell, che ruotano intorno hanno immancabilmente i loro problemi, e non ho trovato nessun personaggio positivo ma nemmeno negativo. Tutti hanno il proprio dramma interiore e che li schiaccia, ma tutti cercano il miglior modo per mascherarlo, per apparire perfetti e per convincere tutti, inclusi se stessi, che va tutto bene.

Principalmente il dramma è di tipo esistenziale, l'insoddisfazione per ciò che si fa e per chi si è diventati e a questo problema April e Frank, intendono reagire con il trasferimento definitivo in Europa, a Parigi. Una nuova vita all'insegna dell'avventura, circondati da un mondo acculturato in cui possono dar sfoggio a discorsi intelligenti, frequentare teatri e arte, una vita bohémien insomma. April e Frank sono decisamente intelligenti e con aspirazioni alte e con il desiderio di sfuggire al conformismo piatto e assente di stimoli. Mi ha sorpresa molto la facilità con la quale sono disposti ad andarsene via dall'America, come se non avessero alcun legame affettivo o culturale e vedessero L'Europa come un Paradiso e la loro casa ideale. In effetti, lo è, il vecchio buon continente, pregno di storia e cultura e tutti gli europei che sono dovuti scappare in America sono appunto scappati perché magari inseguiti da guerre, rivoluzioni, carestie etc. ma tutti hanno sofferto il distacco dal proprio paese e dalla propria cultura. Qui Yates credo che ha voluto criticare aspramente L'America, come se fosse una coppia distratta di genitori, immersa nei propri interessi, e che ha cresciuto il suo popolo viziandolo materialmente, dandoli tutte le caramelle che ha voluto e lasciandolo fino tardi davanti alla tv, disinteressandosi del suo intimo bisogno e dei suoi valori interiori. Proprio come i figli dei personaggi del libro: vengono allevati in un ambiente protetto, una bella casa accogliente, pasti regolari, ma lasciati a sé stessi, ignorati, addirittura disprezzati dai propri genitori (vedi Sharp Chambell, la signora Givings e i Wheeler stessi - tant'è che il libro finisce con un procurato aborto di April, che paga con la propria vita). Che amore o attaccamento potranno mai avere dei figli cresciuti cosi? Semmai delle gravi mancanze che cercheranno di colmare alla cieca, magari con un'avventura a Parigi?! Mancanze che i personaggi non riescono a capire come effettivamente colmare e in che modo, perché l'importante non è "il dove" realizzarsi ma "il come", e finché non si riesce a conoscere i propri intimi bisogni, quelli autentici non si saprà mai "il come" e ancor di più sarà indifferente "il dove". Bellissimo il frammento verso la fine del libro in cui April fa marcia indietro e analizza con lucida introspezione chi è e come ci è arrivata lì, va a identificare il nocciolo del problema, il suono impercettibile che ha scatenato la valanga ormai incontenibile e prende la risoluzione finale, provvedendo da sola al suo autentico bisogno perché "se si vuol fare qualcosa di assolutamente onesto, qualcosa di vero, alla fine si scopre sempre che è una cosa che va fatta da soli."

Un'altro tema che mi è rimasto impresso è quella del tempo, analizzato in più occasioni e sotto diversi punti di vista: sia da come viene suddiviso che dal suo scorrere e della sua relatività, infatti mi ha ricordato due bei classici: "La montagna incantata" e "La Recherche", tematica molto difficile e delicata e trattata all'altezza dei due classici citati:

""Dunque, vediamo un po'", dice l'uomo anziano, spostando la testa canuta per strizzare e battere le palpebre ai raggi del sole mentre tenta di ricostruire un ricordo confuso, "la mia prima moglie se ne è andata nella primavera del...", e per un attimo è sfiorato dal terrore. La primavera di che anno? Passato? Futuro? Cosa è mai la primavera se non un'insensata ricomposizione di cellule sulla crosta della terra rotante che fluttua nell'infinito circuito del suo sole?E cosa è mai il sole se non una tra un miliardo di insensibili stelle che vagano senza meta per l'eternità, nel nulla? L'infinito! Ma subito le valvole e gli interruttori misericordiosi del suo cervello riprendono il loro stanco lavoro, e: "La primavera del millenovecentosei ", riesce a dire. "Oppure no, un momento..." e il sangue torna a gelarglisi mentre le galassie orbitano. "Un momento! Millenovecento e... quattro". Ora ne è certo, e un flusso di benessere ristoratore l'induce a battersi senza volerlo una mano sulla coscia in un gesto di soddisfazione. Può darsi che abbia dimenticato la forma del sorriso della prima moglie e il suono della sua voce quando piangeva, ma imponendo una serie di numeri alla sua morte egli ha imposto coerenza alla propria vita in assoluto. Ora tutti gli altri anni possono inserirsi docilmente al loro posto, ciascuno recando un suo ordinato contributo all'insieme."

La prosa è sublime, curata nei minimi dettagli e ben bilanciata tra i frammenti descrittivi e i dialoghi intelligenti e molto affiatati, carichi di intensità emotiva. Fa vedere tutto: l'ambientazione, la natura, i gesti nascosti, le esitazioni, i pensieri più intimi, l'ipocrisia e infine i suoni, che Yates spegne meravigliosamente nel finale. Decisamente il libro più bello che ho letto quest'anno e che ha monopolizzato la mia attenzione durante la lettura.

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Che bella recensione, Ioana! Il tuo entusiasmo è incoraggiante.
Al momento non ho letto nulla del celebre autore, ma ho questo titolo in lista.
Ciò che dici della sua prosa, della sua scrittura è confortante. Si tratta di perle rare.
Mi fa piacere che tu sia riuscita a recuperare la recensione, Ioana. Non pensavo che Yates fosse così bravo. Se davvero la sua prosa è sublime come dici, non mancherò di leggerlo a breve (tra l'altro c'è l'ho già in libreria). Buone letture!
In risposta ad un precedente commento
Molly Bloom
24 Luglio, 2020
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Ciao Emilio e Giulio! Io l'ho letto in tre giorni, di rado mi capita che un libro mi rapisca totalmente. Il prossimo si Yates che leggerò è "Easter Parade" dicono sia il suo libro migliore. Buone letture anche a voi e per quel poco che vi conosco, credo che "Revolutionay Road" sarà anche per voi un bel incontro.
Magnifica recensione , Ioana! Bilanciata ed entusiasta
In risposta ad un precedente commento
Molly Bloom
25 Luglio, 2020
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie Marianna! Buone letture!
Non avevo dubbi che ti sarebbe piaciuto!!
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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