Dettagli Recensione
DONNE NELL’OMBRA
“Onnazaka” in giapponese vuol dire ‘Il percorso delle donne’.
In alcuni templi shintoisti ci sono due diverse scale: quella degli uomini, posta di fronte a chi guarda la costruzione e più veloce da percorrere, e quella delle donne, più lunga e riservata. Dal titolo conosciamo il succo di questa bellissima storia, toccante, intensa e profonda.
“Onnazaka” ha vinto, meritatamente, il più prestigioso premio letterario giapponese, il Noma Literary Prize, appena dopo la pubblicazione nel 1957. L’opera è ambientata in quel periodo ricco di fermenti politici e culturali, l’età Meiji, e la narrazione inizia quando in Giappone non esistono ancora né costituzione e né Parlamento, ma il potere è nelle mani di pochi funzionari imperiali dipendenti da un governo di tipo feudale.
L’opera è stata ispirata alle storie del ramo materno della famiglia della scrittrice Fumiko Enchi, a sua nonna in particolare, e a tutte quelle donne vissute nell’ombra del marito-padrone, schiacciate da una pesantissima etica femminile. Dare una voce a quelle donne vissute nell’ombra e nella sofferenza silenziosa è lo scopo di questo meraviglioso libro, uno dei più importanti della letteratura giapponese.
“Noi siamo donne che vivono nell’ombra, dobbiamo rassegnarci” sono le parole della protagonista, Tomo, moglie dell’importante funzionario Yukitomo Shirakawa, gran donnaiolo da sempre, che, dopo i primi anni di passione con la moglie, comincia a cercare tra giovani vergini piacenti, una inserviente personale per trasformarla poi in sua concubina sotto lo stesso tetto coniugale. Ma è capace di peggio: chiede alla moglie di recarsi in un quartiere di Tokyo a cercare per lui non una geisha, bensì una giovane piacente ancora illibata.
Tomo, il cui “forte temperamento l’aveva indotta a reprimere i suoi impulsi con l’obbligo morale di prendersi cura del marito e della casa” assolveva ai suoi doveri in maniera irreprensibile, quale scopo cui era destinata in quanto donna. “Tutto il suo amore e la sua intelligenza erano profusi nella vita familiare, di cui il marito era al centro”, per questo motivo si rende al tempo stesso vittima e complice di questo sistema patrilineare. Anche se lei è la protagonista indiscussa del romanzo, la prima concubina del marito, Suga, incarna, nella parte centrale del romanzo, la donna nell’ombra, quando il padrone si infatua di un’altra giovinetta che diventerà il suo nuovo diletto. Ragazzine come fiori non ancora sbocciati, vendute ipocritamente dalle famiglie come cameriere personali, nella piena consapevolezza del reale esito di quella disgustosa contrattazione.
Storie di fantasmi, tipiche dei racconti giapponesi, uomini che violentano inconsapevoli adolescenti con il beneplacito delle famiglie, storie di gelosie e solidarietà tra concubine, una moglie preda di terribili dissidi, odio-amore verso il marito, gelosia e orgoglio, senso del dovere e voglia di ribellione.
Lo stridore terribile all’interno dello stesso mondo “dei fiori e dei salici” tra la delicatezza struggente di immagini e pensieri e certi squallori che la storia del Giappone non può dimenticare.
Il pensiero buddhista e neoconfuciano sottendono tutta l’opera insieme ai continui richiami del famoso “Genji Monogatari”, capolavoro e patrimonio della letteratura mondiale.
Indicazioni utili
Consigliato a chi ha letto o voglia leggere della stessa autrice Onnamen e Namamiko Monogatari, entrambi ispirate al Genji Monogatari.
Commenti
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Onnazaka è stato una bella lettura. Per me stile, contenuto e piacevolezza non possono che meritare il massimo.
Grazie per l'attenzione!
Murakami: ho Kafka sulla spiaggia, veramente osannato, sarà meritato?
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