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Diamo l'invasione in mano a Ruby
"Le Gazze Ladre" è un romanzo in bilico tra il genere storico e quello d'azione: in particolare abbiamo come ambientazione la Francia dei giorni immediatamente precedenti allo Sbarco degli Alleati, unita ad una storia di spionaggio militare tipica di molte narrazioni di Follett.
Con uno sviluppo incredibilmente lento, rispetto a ciò che viene promesso nella sinossi in quarta di copertina, la trama segue la missione organizzata dall'agente britannico Felicity "Flick" Clairet per distruggere il centro per lo smistamento delle comunicazioni dell'esercito tedesco in tutto il territorio occupato. Dopo un primo fallimento con una squadra di membri della Resistenza locale, la donna pianifica un nuovo attacco mettendo insieme un gruppo al femminile, con l'obiettivo di infiltrarsi fingendosi donne delle pulizie. Ovviamente la loro missione è ostacolata dall'immancabile soldato tedesco cattivo, ossia il brillante -ed incompreso dai suoi superiori- Dieter Franck.
Manca solo il buono e spesso inutile militare alleato, terzo elemento caratteristico della bibliografia follettiana; per qualche capitolo ho sperato che l'autore avesse deciso di fare uno strappo alla sua stessa regola, quando ecco entrare in scena il maggiore Paul Chancellor, che una volta tanto non è inglese bensì americano, anche se per il resto il suo ruolo rimane immutato.
Proprio da Paul voglio partire per parlare di una delle maggiori problematiche del romanzo; mi riferisco genericamente alla poca verosimiglianza, e più in particolare di come si creino delle relazioni molto profonde (almeno a parole) nell'arco dei pochissimi giorni in cui si sviluppa la storia. Ad esempio, per far evolvere in fretta il rapporto tra Paul e Flick -completi estranei all'inizio della narrazione- Follett prima punta su riflessioni sensuali per nulla adatte al contesto,
«[Flick] sosteneva la propria tesi agitando l'indice con aria bellicosa. Tuttavia c'era in lei qualcosa di incantevole. Paul si chiese come sarebbe stato stringere fra le braccia e accarezzare il suo corpo snello.»
e dopo pochi capitoli già inizia a parlare di amore tra i due. Qualcosa di analogo, anche se meno fastidioso, succede a due delle coppie secondarie.
La gestione della relazione tra i due protagonisti è problematica anche per l'eccessiva insistenza di lui, che in alcuni punti sembra voler forzare la sua volontà,
«Lei non rispose, e continuò a fissarlo con quell'espressione enigmatica, per metà triste e per metà divertita. Paul PRESE IL SUO SILENZIO COME UN CONSENSO e la baciò.»
e non tanto perché l'attrazione che prova sia troppo forte, quando perché l'autore non poteva permettersi di tirare la faccenda troppo per le lunghe. Personalmente avrei preferito che lasciasse la loro storia in sospeso per poi darne una conclusione più realistica nell'epilogo.
L'eccessiva rapidità con cui si avvicendano le scene porta anche a degli sviluppi eccessivamente convenienti per l'economia della storia, sia dalla parte dei "buoni",
«"Non è che per caso conosci una donna esperta di telefonia che parli francese, vero?"
Lui si fermò di colpo. "Be'... in un certo senso... sì."»
sia da quella degli antagonisti. Questo si può vedere bene nella scena in cui le Gazze devono effettuare le esercitazioni di lancio ed incontrano pochissime difficoltà, mentre i paracadutisti seguono normalmente una formazione ben più lunga e complessa.
D'altro canto, il ritmo veloce aiuta indubbiamente a rendere scorrevole la lettura, cosa alla quale contribuisce anche il tono molto leggero ed irriverente dei personaggi; peccato che alcune volte si esageri un po' troppo, arrivando a piazzare battute di dubbio gusto
«Cercò di liquidare la cosa con un commento leggero. "Un corpo così perfetto non può subire danni."»
anche in momenti violenti e tragici, annullando purtroppo il fattore emotivo nel lettore.
I personaggi sono l'elemento su cui Follett si è concentrato maggiormente, non sempre con risultati soddisfacenti; mi sento comunque di promuovere Flick, che riesce a dimostrarsi una'eroina credibile, palesando emozioni umane ben riconoscibili,
«[...] ma l'indomani quel ragazzo avrebbe potuto essere morto e non se la sentì di essere così crudele. "Ne sono lusingata" disse, invece, cercando di mantenere un tono amabile e leggero.»
infatti i capitoli dal suo punto di vista sono stati i miei preferiti, mentre alzavo gli occhi al cielo ogni volta che arrivava l'immancabile POV di Dieter. Molto gradevoli anche le altre Gazze, in particolare la sagace Ruby: sarebbe potuta essere un'ottima scelta come protagonista alternativa.
Mi sento di promuovere senza dubbi anche la grande attenzione alla fedeltà storica degli eventi narrati, dai più piccoli dettagli
«Mentre si rasava accese la radio, sintonizzava su una stazione tedesca. Apprese che il primo scontro in assoluto tra le truppe corazzate nel teatro del Pacifico si era svolto il giorno prima sull'isola di Biak.»
ai grandi avvenimenti perché, come al solito, i personaggi fittizi si trovano ad interagire con vere figure storiche e -ovviamente- a compiere azioni vitali per le sorti del conflitto mondiale.
Mantengo una grossa riserva sulla rappresentazione LGBT+ perché credo sia stata fatta in modo sommario: abbiamo la ragazza lesbica che deve per forza essere mascolina ed irruenta, il personaggio bisessuale promiscuo ed provocante con tutti e diversi gay al limite dello stereotipato,
«"Ciao Markie" lo salutò un cameriere, posandogli una mano sulla spalla e lanciando un'occhiata ostile a Flick.»
Tutto questo si fa ancora più evidente e fastidioso quando viene introdotto un personaggio sul quale lo stesso autore non aveva lei idee troppo chiare, tanto da descriverlo nell'ordine come una drag queen, un travestito e una donna transessuale, senza capire di far riferimento a tre categorie ben distinte.
Indicazioni utili
- sì
- no