Dettagli Recensione
Terribile e magnifico
Finalmente. Finalmente è uscito un nuovo Simenon. Datemi un Simenon al giorno e mi levo di torno, così mi recito pregustando il piacere di entrare in una storia del grande belga. Le cose vanno così. L'attacco subito, di getto come si dice, e mentre sono quasi alla metà inizio a rallentare, sempre più piano, piano per perdurare il piacere di esserci e l'imminente dolore di dover lasciare la vicenda. Mi è accaduto con altri, dico Faulkner, Roth (Joseph, aggiunngerei quello vero)Bachmann, Kundera... Ma Simenon è un maratoneta, ti accompagna dentro la storia,ti prende per mano e ti mostra le cose e gli uomini che si muovono dentro. Mi ricordo sempre, allora quindicenne, quando aprii, del tutto casualmente o sotto il segno invisibile del destino, Pietro il lettone. Era un giugno sfolgorante e leggendo indossai un golf di lana per proteggermi dalle ventate gelide che arrivavano da Fecamp. Terribile Il treno dove si mette in scena, senza enfasi, il respiro della guerra. Terribile e magnifico perché, come al solito, Simenon affresca gli uomini per quello che sono senza comminare giudizi moralistici. Eppoi, dentro i fatti, questa passione, tra Marcel e Anna, che cresce dinanzi ai nostri occhi. E ci lascia dentro un autentico dolore, ch'è poi il dolore per la vita. Così difficile, per chiunque. Sì, un Simenon al giorno...
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